Bocca di leone: caratteristiche, coltivazione e malattie

Bocca di leone

Tutti chiamiamo l’Antirrhinum Bocca di leone perché è effettivamente molto più comodo ed è anche un nome adatto a questa pianta, molto diffusa in Italia come in tutte le altre regioni a clima mediterraneo. Il più delle volte la troviamo impiegata per le siepi oppure per ornare le bordure ma cresce anche in modo spontaneo.



Questo genere di piante appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae e il nome “bocca di leone” deriva dalla forma del suo fiore, molto particolare, perché quando si apre ricorda proprio alle fauci di questo felino.

Bocca di leone: caratteristiche

Queste piante sono rustiche e perenni, possono essere coltivate come annuali o anche come biennali, hanno un fusto eretto che arriva anche a un metro e mezzo di altezza.

Le foglie hanno una forma lanceolate e un colore verde deciso, i fiori possono essere raccolti di tanti colori – dal bianco, al giallo, al rosso con tutte le tonalità intermedie – si presentano raccolti in grandi infiorescenze a racemo. La forma del fiore, che da il nome alla pianta, è certamente la particolarità che salta più all’occhio e che la rende speciale.

Bocca di leone: coltivazione

Non ci sono particolari accorgimenti di cui è necessario tenere conto per poter coltivare con successo questa pianta, l’importante è non farle prendere troppo freddo perché al contrario ama molto il sole, essenziale per ottenere una buona fioritura.

Se si sceglie di allevare queste piante come biennali o perenni, è importante organizzarci per proteggerle durante l’inverno, ad esempio portandole all’interno, se le abbiamo in un vaso, oppure coprendole con un tessuto non tessuto, se sono in piena terra.

La Bocca di leone non ha bisogno di molta acqua, è necessario innaffiarla soprattutto nel periodo primaverile e in quello estivo ma senza esagerare per evitare la formazione di ristagni idrici nel sottovaso. In inverno si annaffia solo quando il terreno è secco, per il resto meglio evitare. Per quanto riguarda il terreno, non ci sono delle particolari indicazioni ma se proprio desideriamo scegliere il migliore, puntiamo su un terreno a composizione calcarea piuttosto che su uno acido.

In primavera inizia il periodo per la concimazione, ogni due settimane e non di più, fino alla fine dell’estate, scegliendo un prodotto liquido e ricco di microelementi, da diluire nell’acqua di annaffiatura. In inverno il concime non serve, potare non serve mai, ci si può limitare ad eliminare i fiori e le foglie che con il passare dei giorni si rovinano.

Bocca di leone

Bocca di leone: specie

La Antirrhinum Majus è decisamente la specie più coltivata delle quaranta che appartengono al genere Antirrhinum, vediamo che caratteristiche ha. E’ una pianta perenne che arriva anche al metro e mezzo di altezza, con foglie carnose e lanceolate e fiori con corolle di tanti colori: gialle, rosa, rosse e anche viola. E’ decisamente una pianta decorativa ed appariscente che da il meglio di sé fiorendo da giugno a ottobre. In commercio ne troviamo tante varietà e molti ibridi che hanno colori e altezze diverse, per accontentare tutti. La Majus è utilizzata soprattutto per creare delle bordure ma la possiamo trovare anche coltivata in vaso o nelle aiuole.

Bocca di leone: malattie

Ad attaccare queste piante possono arrivare gli afidi, piccoli animaletti di colore bianco-giallastro-verdastri, chiamati anche pidocchi, così difficili da vedere che può servirvi una lente di ingrandimento. Per cacciarli è necessario l’uso di antiparassitari specifici che penetrano nella pianta e vengono assorbiti dagli insetti quando la mangiano.

Un altro nemico è il fungo dal nome Botrytis cinerea che crea delle macchie scure sulle foglie e fa marcire i piccioli e i peduncoli fiorali. E’ necessario in questo caso intervenire immediatamente, eliminando le parti infette per poi usare un specifico prodotto anticrittogamico. Per evitare questo tipo di attacchi si può cercare di mantenere un ambiente poco umido e limitare le innaffiature. Tra i vari funghi ce ne è un altro che può attaccare la Bocca di Leone, si chiama ruggine, è molto dannoso e fa comparire delle macchie rossastre sullo stelo, sulle foglie e sui sepali. Va cacciato con prodotti chimici specifici, non c’è altro rimedio.

Se notiamo la presenza di foglie deformate e arricciate, il colpevole è un fungo, un altro ancora, la Peronospora antirrhini. Alla lunga ricopre le foglie di una vera e propria muffa grigia che si concentra sulla pagina inferiore e blocca la crescita di tutta la pianta. Anche in questo caso, l’unico rimedio è un prodotto chimico.

Bocca di leone: moltiplicazione

Anche se non da molta certezza, l’unico metodo per la moltiplicazione che si può utilizzare è quello per seme. Si può procedere in semenzaio ma anche direttamente in vaso, dipende anche dal periodo in cui vogliamo seminare.

I semi devono essere seminati da febbraio a marzo, in semenzaio, e non è necessario posizionarli in profondità ma basta sistemarli sopra un substrato, inumidendoli e ricoprendoli con uno strato di sabbia. Sotto il terreno deve essere un mix di torba e sabbia, prese in parti uguali. Quando le piantine si sviluppano e diventano abbastanza grandi, possono essere spostate in vasi con terreno “vero” da almeno 8 centimetri di diametro, poi con il tempo saranno rinvasate. Se vogliamo seminare la Bocca di Leone direttamente nel terreno, dobbiamo aspettare che faccia più caldo e che la primavera sia definitivamente arrivata.

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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Febbraio 2019