Acero campestre: caratteristiche e distribuzione territoriale

Acero campestre

L’acero campestre (Acer campestre L.) è un albero di medie dimensioni che cresce in gran parte dell’Europa ed estende il suo areale di riferimento ad est, fino al Mar Caspio.

Si tratta di una specie mesofila, che fa parte di foreste di latifoglie miste temperate come albero sottodominante. Insieme agli olmi, questo acero è stato piantato tradizionalmente nelle zone rurali come supporto per la vite, ma è altresì apprezzato come pianta ornamentale per i suoi fiori e per il fogliame colorato in autunno.

Ma quali sono le sue caratteristiche? E quale è il suo habitat?

Caratteristiche dell’acero campestre

Come anticipato, l’acero campestre è un albero di medie dimensioni, tipicamente alto 15 metri (ma può arrivare fino a 25 metri) e con un diametro del tronco di 60 – 70 cm.

La sua corteccia è di colore grigio chiaro, piuttosto liscia e dura, ma con fessure poco profonde, che si esfolia in piccole scaglie quando è più vecchia. La chioma è a cupola, generalmente bassa, con brevi escursioni laterali; il bolo è sinuoso e le estremità del ramo si abbassano, per poi rivolgere verso l’alto. Le foglie sono in coppie opposte, di colore verde brillante quando si dispiegano, diventando quindi più scure. In autunno il colore del fogliame è ricco di oro per un lungo periodo, a volte rosso. La foglia è semplice, lunga 5 – 16 cm e larga 5 – 10 cm, con cinque lobi smussati, arrotondati con margine liscio.

I fiori sono piccoli e giallo-verde, distanziati in un capo eretto; la fioritura inizia solitamente a fine aprile, contemporaneamente o diversi giorni prima dello scoppio della gemma. L’impollinazione è tipicamente entomofila, ma è presumibilmente in grado di disperdere una parte del suo polline grazie al vento.

Distribuzione dell’acero campestre

Questa specie è adatta ad aree in transizione tra le ecoregioni mediterranee ed euro-siberiane. La distribuzione naturale dell’acero campestre copre la maggior parte dell’Europa: la distribuzione latitudinale va da 55° a 38° N, dall’Inghilterra centrale e meridionale, dalla Svezia meridionale e dalla Danimarca ai Pirenei, alla Sicilia, alla Grecia e alla Turchia settentrionale.

L’acero campestre raggiunge i suoi limiti orientali nella regione di Voronezh in Russia, nella penisola di Crimea, nella regione del Caucaso e sulle rive meridionali del Mar Caspio. Al di fuori del suo areale naturale questa specie non è stata abbondantemente piantata, e i suoi usi sono limitati ad albero ornamentale.

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Habitat dell’acero campestre

L’acero campestre ha una gamma ecologica molto ampia, anche se è più comune nei popolamenti mesofili, in particolare nei boschi di querceti decidui, dal livello del mare fino a 1.600 metri di altitudine. Si tratta di una specie che predilige climi più caldi, ma può anche essere resistente all’inverno e tollerare le temperature estreme delle zone continentali, anche se le gelate tardive all’inizio di una stagione vegetativa possono avere un impatto sulla distribuzione dei suoi esemplari. La presenza di un’ampia gamma di specie di querceti, in particolare di querceti a foglia caducifila, è una delle principali fonti di inquinamento.

L’acero campestre ha moderato bisogno di acqua ed evita i ristagni idrici, favorendo i terreni calcarei, ma cresce bene anche su argilla pesante ed è in grado di sopravvivere su terreni con pH inferiore a 6 o superiore a 8.

Si tratta altresì di un albero estremamente resistente all’ombra durante il primo decennio di vita, sebbene le sue esigenze di luce siano più elevate nelle annate di semina. Il ceduo è molto libero ed è molto tollerante al taglio e al pascolo dei germogli; questi fattori lo rendono adatto per le siepi.

L’acero campestre, nel suo areale naturale, non forma dei soprassuoli puri, ma è spesso una specie sottodominante in molte comunità vegetali. Data la sua scarsa importanza commerciale, l’acero campestre non è normalmente gestito selvicolturalmente e spesso cresce in popolazioni spontanee e seminaturali. Può altresì essere caratteristico di boschi misti di latifoglie, soprattutto con specie di generi come Quercus, Tilia, Ulmus e Castanea, ed è raro nelle foreste di conifere.

Utilizzi dell’acero campestre

Il nome scientifico Acer campestre, che significa – appunto – acero campestre, deriva dal nostro Paese, dove questo albero insieme all’olmo veniva piantato nei campi e nei vigneti come supporto per la vite, e dove è considerato un elemento importante del paesaggio. Viene anche comunemente piantato in giardini, parchi e strade, particolarmente apprezzato per i suoi bellissimi colori in autunno e per la fioritura prima della comparsa delle foglie. Il legno è bianco, duro e resistente e, quando è disponibile un legname di grandi dimensioni, si utilizza per la realizzazione di mobili, altri elementi di falegnameria e pavimenti.

Tuttavia, a causa delle piccole dimensioni e delle basse quantità prodotte, il legno d’acero campo viene utilizzato principalmente come legna da ardere nei boschi misti di latifoglie, in combinazione con altre specie di latifoglie pregiate.

Questa specie rappresenta un’interessante alternativa agli altri aceri per la piantagione in aree aperte con significative influenze mediterranee e condizioni di esposizione al sole, compresi i boschi di protezione sui pendii spartiacque, purché non troppo esposti.

La corteccia è utilizzata in medicina come decotto per curare i dolori agli occhi e come sostanza anticolesterolo e astringente. I fiori d’acero campestre forniscono abbondante polline e il suo nettare utilizzato dalle api, con conseguente buona produzione di miele e di melata. Le sue radici avventizie sono adatte ad essere sfruttate per la bioingegneria del suolo per aumentare la stabilità dei pendii e mitigare l’erosione.

Pubblicato da Anna De Simone il 9 Dicembre 2019