Toporagno elefante

Toporagno elefante

Toporagno elefante, un animale davvero curioso d’aspetto, ad alcuni può sembrare simpatico, forse, ad altri “orrido”, soprattutto a chi odia i topi e i roditori piccoli e grigi. Questo toporagno è originario dell’Africa, lo troviamo però anche in altre zone ed a delle caratteristiche che lo rendono particolare. A partire da quella che gli ha fatto meritare l’appellativo di “elefante”.



Toporagno elefante dalle orecchie corte

Lungo dai 100 ai 300 mm, coda esclusa, il toporagno elefante può pesare dai 25 agli oltre 500 grammi, dipende molto dalla varietà che si sta considerando. Ci sono però alcune caratteristiche comuni anche se varia la taglia: le zampe posteriori più lunghe rispetto al corpo, il modo di muoversi in apparenza goffo, le proporzioni poco armoniose, la grossa testa incassata nel corpo. E le orecchie molto corte, soprattutto rispetto al resto, in proporzione e affiancate agli occhi che sono grandi e sporgenti.

Non ha una estetica invidiabile, il nostro toporagno elefante, ma a diversamente da come appare, ha una sua grazia di movimento e una considerevole e insospettabile agilità. Basta guardarlo muoversi quando è a suo agio e nel suo ambiente, e con il suo particolare muso, lungo e mobile, sonda il territorio mentre cammina o corre. Per sfuggire ai predatori, però, più che correre, si rifugia in cunicoli sotterranei.

Toporagno elefante

Toporagno elefante: caratteristiche

La forma del muso è la prima caratteristica che si nota, in questo animale, e che lo rende riconoscibile e simile ai toporagni della famiglia Soricidae, più piccoli però.

La famiglia a cui il toporagno elefante appartiene, quella dei Macroscelididi, è formata da 19 specie di piccoli mammiferi, raggruppate in 4 generi che mostrano tutti delle caratteristiche da “elefante”.

Toporagno elefante: vendita

Non c’è una grande compravendita di toporagni elefante, oltretutto questi animaletti non sono particolarmente prolifici e non attirano le simpatie di molti. Diurni, gregari, pacifici e molto attivi, sono particolarmente diffusi in tutta l’Africa. Si ambientano senza troppi problemi, nella foresta come nel deserto, infatti ne troviamo esemplari anche nel deserto del Namib. Nel caso ci trovassimo ad acquistare un toporagno di questo tipo, va poi mantenuto con insetti, vermi e ragni che, in natura, pesca nelle loro tane con la sua lingua.

La vita media di un toporagno elefante è di circa un anno e mezzo, questo animale raggiunge quindi la sua maturità sessuale a 50 giorni di vita, tutto cambia se cresce in cattività, condizione che lo rende più longevo. Al momento questa specie non è considerata a rischio estinzione, anche se, non essendo molto prolifica, è tenuta sotto osservazione attenta dagli scienziati e, legge di mercato, il suo costo a quel punto potrebbe aumentare.

Ci sono altri insetti meno ricercati e che addirittura devono essere cacciati perché fanno danni nell’orto, come ad esempio il GrilloTalpa.

Toporagno elefante

Toporagno elefante dalla testa grigia

Al variare dell’habitat, il colore del mantello può passare dal grigio-giallastro al marrone-rossiccio mentre al tatto è molto soffice. Ci sono delle varietà che mostrano una composizione di tinte certo peculiare: sono grigie ma su entrambi i lati del corpo il pelo è bianco e sotto il ventre grigio ma molto chiaro.

Toporagno elefante gigante

Rispetto ai cugini, il toporagno elefante “gigante” è ritenuta una specie di recente scoperta. Gli scienziati hanno notato la sua presenza tra i monti Udzungwa della Tanzania, il suo nome scientifico è Rhynchocyon Udzungwensis ma per comodità viene detto “sengi dalla faccia grigia”. Non è gigante per modo di dire, lo è davvero, tanto da sembrare più un gatto che un topo. Può pesare anche 700 gr.

Toporagno elefante

Il suo corpo è massiccio e coperto di pelo color ambra, ma le gambe restano sottili e non può certo mancare quel naso lungo e flessibile che per stanare gli insetti e sfamarsi. Questa varietà “gigante” è ancora più rara delle altre.

Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su TwitterFacebookGoogle+Instagram

Pubblicato da Marta Abbà il 23 Aprile 2018