Pinguino Imperatore: sempre più vicino all’estinzione

pinguini

Le conseguenze dei cambiamenti climatici non tardano a farsi sentire anche sul fronte della sopravvivenza faunistica. A essere minacciato questa volta è il pinguino imperatore, uccello endemico dell’Antartide, il più grande e il più pesante tra tutti gli esemplari di pinguino.

Gli esperti hanno rilevato come in tre anni la colonia di pinguini imperatori di Halley Bay, la seconda più grande al mondo, non sia riuscita a riprodursi.



Le cause del declino

L’allarme sul declino degli esemplari di Halley Bay è stato lanciato sulla rivista Antarctic Science. La colonia era una delle più grandi al mondo, contando dalle 14.000 alle 25.000 coppie. Le immagini registrate via satellite a partire dal 2016 hanno però evidenziato che il gruppo di pinguini ha conosciuto un totale fallimento riproduttivo, mai registrato in precedenza.

La mancata riproduzione è quasi certamente dovuta alla rottura precoce del ghiaccio marino che funge da collegamento con la terra dove i pinguini si riproducono. Nonostante le ragioni rimangano sconosciute, gli scienziati puntano il dito contro le condizioni meteorologiche e i cambiamenti climatici.

Nel 2017 un ulteriore studio condotto da vari istituti di ricerca francesi e pubblicato su Biological Conservation ha previsto il rischio di scomparsa del pinguino imperatore entro il 2100. Anche in questa ricerca gli esperti hanno individuato nei mutamenti del clima in corso la causa primaria del fenomeno di estinzione. I dati parlano chiaro. I pinguini imperatori non sono in grado di affrontare i cambiamenti climatici, in primis il riscaldamento globale, che negli anni a venire modificheranno il loro habitat, costringendoli a spostarsi sempre di più.

L’habitat che scompare

Il riscaldamento globale è alla base non solo della scomparsa dei ghiacciai e della banchisa, spazi vitali per i pinguini imperatori. L’impatto negativo dei cambiamenti climatici si fa sentire anche sui banchi di krill, fonte di cibo primaria non solo per questi uccelli ma per ogni specie antartica.

pinguino imperatore

Anche il quadro tracciato dal WWF risulta allarmante. Come rilevato dall’associazione ambientalista, in alcune aree dell’Antartide come l’arcipelago di Pointe Géologie, “negli ultimi 50 anni la colonia dei pinguini imperatori si è dimezzata, ma si prevede che un aumento della temperatura di altri 2° C (rispetto ai livelli preindustriali), possibile entro i prossimi 40 anni, porterebbe a una nuova diminuzione delle colonie esistenti di oltre il 50%.”

Come salvare il pinguino imperatore

Ma cosa si può fare in concreto per salvare il pinguino imperatore da una sorte che appare segnata? L’opinione degli esperti è pressoché univoca. Per contrastare l’estinzione dei pinguini i governi devono adottare politiche di conservazione internazionali, promuovendo una rete di aree marine protette. Ma non solo. Come sottolineato dal WWF, sono necessari progetti destinati ai metodi di pesca sostenibile nonché una lotta attiva contro i cambiamenti climatici, partendo dall’adozione di energie derivanti da fonti rinnovabili fino alla riduzione dei consumi energetici.

È tempo di agire con fermezza e volontà, insomma. Prima che sia troppo tardi per i pinguini imperatori e non solo.

Pubblicato da Evelyn Baleani il 10 Maggio 2019