Piccioni viaggiatori: come addestarli

piccioni viaggiatori in gabbia

Suona un po’ come un animale onirico, protagonista delle fiabe o della storia, ma in verità il piccione viaggiatore è un essere reale, è una delle tante varietà del piccione domestico (Columba livia domestica) che trova origine dal piccione selvatico orientale ma è stato con attenzione selezionato geneticamente in modo che potesse contare sulla grande e preziosa capacità di ritrovare la strada di casa da distanze molto elevate.



Cosa sono i piccioni viaggiatori e a cosa servono

Il piccione viaggiatore è un animale speciale, anche se somiglia molto al piccione che siamo tutti abituati a trovare per la strada o ad affollare le piazze, soprattutto se viviamo in grandi città. Si tratta di un fedele e affidabile messaggero volatile che non solo si sa orientare in modo incredibile ma è molto resistente alla fatica e anche alle intemperie. Quando è in viaggio, non molla mai, pioggia o vento non lo fermano, arriva sempre e comunque a destinazione con il messaggio che gli è stato affidato.

Oggi esistono certamente dei mezzi di comunicazione ugualmente affidabili ma più veloci, questo del piccione viaggiatore resta quindi un hobby piacevole. Il suo impiego risale a oltre 3.000 anni fa perché la prime popolazioni a notare l’abilità dell’animale nell’orientamento sono stati gli Egiziani e i Persiani rendendolo uno strumento prezioso anche nei secoli e nei millenni a seguire. Il piccione riuscì ad affermarsi come il principale mezzo di comunicazione tutte le volte che la priorità era alta e il messaggio molto prezioso. Gli si affidavano infatti delle faccende importanti ed ufficiali come ad esempio anche i nomi dei vincitori dei giochi olimpici.

Questo modo di comunicare ha spopolato per parecchio tempo, fino a quando non è stato inventano il telegrafo e a seguire sono arrivate tutte le tecnologie che oggi ben conosciamo, ma non è stato mandato subito in pensione. Per un non breve periodo è stato utilizzato in maniera preferenziale per inviare dei messaggi privati e segreti che con altri mezzi avrebbero potuto facilmente essere manomessi o intercettati. Il piccione, da questo punto di vista, era una grande certezza. Anche il nostro esercito scelse durante la Prima Guerra Mondiale di affidarsi a questi uccelli per permettere di mettere in comunicazione le truppe operative in prima linea con i comandanti che si trovavano in aree più riparate.

Immaginiamoci dei mezzi creati apposta per ospitare i piccioni e averli sempre a disposizione, delle autocolombaie, ovvero dei carri speciali, attrezzati come fossero colombaie in grado di ospitare fino a 100 colombi, oppure delle colombaie rimorchio con gomme pneumatiche attrezzate per contenere fino a 120 colombi.

I piccioni fecero un servizio così eccellente che si decise di utilizzarli di nuovo anche nella Seconda Guerra Mondiale anche se le tecnologie nel frattempo fossero nel frattempo avanzate. Ci fu anche una eroina, “Paddy” che il 6 giugno 1944 coprì oltre 230 miglia in volo per portare notizie agli alleati relative allo sbarco in Normandia, riuscendo a non farsi intercettare o sviare dai tedeschi. L’impresa è stata premiata ma anche raccontata nel 2005 con un film d’animazione.

Come fanno i piccioni viaggiatori a tornare

Finora abbiamo parlato di una dote, di una speciale capacità di orientarsi nello spazio anche se si trovano lontano centinaia di miglia, me proviamo ad osservare meglio come fanno questi uccelli a capire che direzione prendere. Questa magia della natura si spiega scientificamente con il fenomeno chiamato magnetoricezione. Questi animali hanno infatti una specie di “bussola interna” che percepisce il campo magnetico terrestre.

Ci sono altri meccanismi che lo aiutano a trovare la strada però, certamente un sistema di orientamento basato sulla posizione del Sole ma anche una forte capacità olfattiva che li rende in gradi di riconoscere gli odori del proprio nido d’origine, e una memorizzazione di alcune caratteristiche del paesaggio. Non c’è nulla di magico, quindi, la natura è progettata in modo eccellente e anche in questo caso possiamo vederne i risultati.

piccione viaggiatore

Come addestrare un piccione viaggiatore

Il periodo migliore per dedicarsi all’allenamento del piccione viaggiatore è la primavera, scegliamo delle giornate di bel tempo e diamoci da fare. Possiamo scegliere almeno tra due modalità di addestramento, ciò che è importante è operare in modo molto graduale in modo che l’animale acquisisca pian piano la muscolatura corretta per il volo e il fiato necessario per coprire lunghe distanze.

La tecnica del lancio misto è reputata da molti una delle più efficaci ed educative. Si prendono degli esemplari di diverse colombaie e li su unisce per fare un lancio che sarà molto competitivo e potranno emergere i più talentuosi. Questo lancio collettivo ha un impatto positivo sul carattere del piccione viaggiatore, più del lancio singolo in cui anche dei volatori di media qualità possono fare una bella figura perché si accodano al leader del gruppo senza sbagliare. In questo caso si effettuano 2 lanci, il primo su una distanza di circa 40 km e il secondo attorno ai 60 e i volatili devono essere lasciati liberi uno per volta a intervalli regolari in modo che si abituino a non ragionare come gruppo ma come singoli.

Quando si addestrano dei piccioni perché diventino abili viaggiatori è molto importante prendere alcune precauzioni in modo che i risultati siano soddisfacenti. Prima di tutto non effettuiamo lanci di allevamento nelle vicinanze di fiumi, gole o dirupi di montagna, per ovvie ragioni come ovvie sono le ragioni per cui è meglio stare lontano da pericoli “umani” come le centrali elettriche, gli aeroporti e le postazioni militari che aggiungono dei gradi di complessità al volo di un piccione che sta invece ancora conquistando la sua sicurezza, possono fargli perdere l’orientamento e farlo sentire in pericolo. La cosa buona è che non abbiamo alcuna limitazione sulla direzione in cui lanciare il piccione, l’importante è che acquisisca lancio dopo lancio la muscolatura e il fiato per ricoprire distanze sempre più lunghe.

Velocità piccioni viaggiatori

Prima abbiamo parlato di un piccione viaggiatore talentuoso davvero, che durante la guerra ha fatto un tempo fenomenale per portare un messaggio urgente, ma a che velocità viaggiano normalmente i piccioni viaggiatori, record esclusi? Riescono a volare 1.600-1.800 chilometri e la velocità media in volo su distanze di circa 500 km è di circa 80 chilometri orari.

Come riconoscere un piccione viaggiatore

Per distinguere il viaggiatore dal piccione “normale” è necessario prestare molta attenzione all’aspetto fisico, lievemente diverso da quello del piccione tradizionale. Il modo più semplice ed evidente per riconoscerlo è quello di osservare il piumaggio che deve essere particolarmente morbido e folto, luminoso e ricco di sfumature colorate che un classico piccione non può vantare. Esistono delle differenze anche più difficili da notare, forse solo degli occhi esperti sanno riconoscerle, e poi delle particolarità a livello caratteriale. I piccioni che viaggiano sono notoriamente più vitali e agili degli altri, come prevedibile.

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Pubblicato da Marta Abbà il 22 Giugno 2020