Le favelas di Rio de Janeiro

Per uscire dalla crisi energetica e dal surriscaldamento globale lo sviluppo sostenibile deve invadere il Mondo e, le baraccopoli brasiliane di Rio de Janeiro potrebbero fare da esempio.

Mentre una parte del globo si impegna per risparmiare energia e ridurre i consumi, una buona fetta del mondo solo oggi si avvia verso lo sviluppo e parlare di “risparmio” e “riduzione dei consumi”, con queste popolazioni, sarebbe del tutto fuori luogo. Ma se questi popoli solo oggi si avviano verso lo sviluppo, perché non renderli sostenibili fin dalla nascita? Il concetto, in teoria, sembra molto semplice ma le applicazioni pratiche non lo sono affatto.

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Nonostante le difficoltà concrete, Rio de Janeiro vuole provarci con un programma che mira a urbanizzare le favelas sfruttando i principi della bioedilizia e della gestione dei rifiuti per dare nuovo vigore alle economie locali. Il progetto delle favelas di Rio de Janeiro è agli esordi ma il suo successo potrebbe significare molto per gli altri paesi in via di sviluppo.

Le favelas di Rio de Janeiro sono le baraccopoli più famose al mondo. Secondo il rapporto Globale degli Insediamenti umani , nel 1970 il 13% della popolazione viveva nelle baraccopoli, la percentuale è cresciuta vertiginosamente durante gli anni, raggiungendo il 22% della popolazione e oggi, secondo i dati del City Hall Housing Office più di 1,4 milioni di persone vivono in baracche. Non solo miseria e povertà ma anche criminalità organizzata e violenza. Commercio di droga e omicidi: nel 1992, Rio ha registrato 3.547 omicidi, circa 10 al giorno. Fortunatamente gli omicidi sono stati sensibilmente ridotti ma Rio potrebbe essere ancora definita una delle città più pericolose al mondo.

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Il panorama di decadenza vuole cambiare. E’ così che nasce il piano per l’urbanizzazione sostenibile ma prima è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine con un programma che mira a sdradicare l’oppressione delle gang sulla popolazione. Il programma si chiama UPP e fino a oggi ha salvato 28 favelas combattendo le bande malavitose i trafficanti di droga e altra criminalità organizzata. Grazie a questo primo progresso si sono spalancate le porte al piano di urbanizzazione Morar Carioca.

Con il nome “Morar Carioca” ci riferiamo al piano che mira a trasformare tutte le favelas in dignitosi quartieri. La conversione dovrebbe avvenire entro il 2020. Il piano è finanziato dalla City Hall, dal governo federale e dall’Inter-American Development Bank (IDB).

La conversione delle baraccopoli prevede piani per la raccolta dell’acqua piovana, strutture di accesso e di trasporti come scale, ascensori, funivie e programmi per la gestione dei rifiuti e soprattutto delle acque reflue che, purtroppo, nella gran parte delle favelas sono fognature a cielo aperto. Il programma di recupero e convesione è già iniziato.

La favelas di Rio de Janeiro verso la Bioedilizia
Morar Carioca Green è il programma pilota presso la favelas Babilonia/Chapeu-Mangueira, questa località è diventata un vero e proprio laboratorio per testare le pratiche sostenibile che potranno poi essere applicate alle comunità.

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Le nuove abitazioni prevedono l’utilizzo di lampade a LED, apparecchiature a bassi consumi, scaldabagni solari e tutto ciò che promuove l’efficienza energetica. Vi sono programmi di rimboschimento e di allestimento per aree ecologicamente protette. La gestione dei rifiuti e il riciclaggio per il recupero di materie prime e per l’intero processo di costruzione delle nuove strutture saranno impiegati materiali sostenibili.

Con la conversione delle baraccopoli, Rio de Janeiro potrà puntare su uno sviluppo economico sostenibile dove il turismo e la stessa gestione dei rifiuti, potranno muovere l’economia locale.

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Pubblicato da Anna De Simone il 14 Giugno 2012