Educazione del cane
Non è uno gioco da ragazzi occuparsi dell’educazione del cane e ve lo dice una persona che ha due cani del tutto tendenti alla disubbidienza e alla ribellione. Sto sperimentando sulla mia pelle e sul loro pelo quanta costanza e quanta coerenza, ma soprattutto quanta pazienza, occorrano, per educare davvero un cane e non dico per addestrarlo a fare chissà cosa. Intendo ad educarlo a non scavare per tutto il giardino come una talpa o a non saltare addosso per cercare carezze a tutte le persone che si incontrano per strada. Vediamo alcuni principi fondamentali per l’educazione del cane, principi che riguardano più l’educatore che l’educando.
Educazione del cane: non mollare mai
Per educare un cane, per farlo diventare educato almeno nei limiti della decenza, è necessario crederci. Credere in noi stessi e nella nostra leadership ma credere anche nel nostro compagno a quattro zampe che di certo da piccolo combinerà tanti guai ma poi andrà migliorando. E’ però essenziale che senta che crediamo in lui e nelle sue capacità, che crediamo possa diventare educato e a modo, pur restando un animale con un certo carattere ed un indiscutibile comportamento istintuale con cui noi padroni dobbiamo imparare a fare i conti.
Educazione del cane: carattere
Prima di iniziare la vera e propria opera di educazione è necessario conoscere il temperamento del nostro cane perché ne dovremo tener conto in tutti i successivi passaggi. Che sia un cane acquistato con un chilometrico pedigree o che sia un trovatello con una chilometrica carenza di affetto alle spalle, il cane avrà una sua indole che nessuna opera di educazione può andare a scalfire.
Sono le condizioni al contorno in cui ci troviamo ad operare, è importante conoscerle per non fare passi falsi. Durante i mesi di educazione del cane potrà forse anche essere necessario modificare i metodi di addestramento per andare incontro alle necessità poste dal suo temperamento.
Educazione del cane: coerenza
Proprio come coi bambini, anche coi cani è necessario essere coerenti. Più di molti adulti, entrambi hanno una forte capacità di andare a smascherare ogni più piccola incoerenza trasformandola in un motivo per non ubbidirci. Se non c’è coerenza, di fatto, un cane non capirà cosa desideri e non potrà ascoltarti. Non si tratta solo di coerenza personale, però, perché se il cane vive con una famiglia è necessaria una coerenza di gruppo. In cosa si traduce? Nel fatto che si deve imparare a comunicare con lui in modo uniforme, sgridarlo per gli stessi motivi e lodarlo nelle stesse occasioni, per non creargli in testa una grande confusione.
Va da sé che in un nucleo famigliare ci siano delle differenze e dei ruoli, ci sarà una persona identificata come il vero padrone, ci sarà quella che farà la compagna di giochi e così via, ma resta importante che se è ad esempio vietato dormire sul divano, tutti sgridino il cane quando lo fa e non ci siano dissidenti. In fondo l’educazione del cane finisce per essere una sorta di percorso di terapia famigliare per ricompattare membri che si parlano meno o non concordano su nulla.
Educazione del cane: non abbaiare
Una delle prime cose che si desidera di norma insegnare al cane è quella di non abbaiare. Soprattutto da giovane è abbastanza frequente che un cane abbai quando non è il caso di farlo, come si può fargli capire di smetterla? Lo si deve ignorare, tutti, tutta la famiglia, senza se e senza ma. E quando si ferma lo si deve lodare e premiare. Quanto ai motivi del “bau bau”, a volte è per attirare l’attenzione, altre volte per frustrazione, ma la strategia che mettiamo in atto non deve cambiare ed è l’unica, di fatto, che funziona. Su questo ne avrei di avventure da raccontare, è un problema tuttora aperto ma il fatto di abitare in una zona piena di cani che si incoraggiano ad abbaiare a vicenda di notte, non aiuta.
Educazione del cane: ricompense
L’educazione del cane senza ricompense non è possibile, un cane non fa qualcosa per farci felici o per essere considerato un buon cane, la fa perché sa che poi gli arriverà un premio. Facile e anche comprendibile, non vi pare? E allora muniamoci di biscottini, spunti, ossa e una carica di carezze per riuscire ad ottenere dei buoni risultati in merito.
Importante è anche che le ricompense arrivino in modo tempestivo, subito dopo che il cane ubbidisce, perché non gli si può spiegare la ragione del premio, lui lo collega direttamente all’ultima cosa che ha fatto. Appena si siede al comando seduto, subito un biscotto e una carezza, e così via , progresso dopo progresso.
Educazione del cane: clicker
C’è anche il metodo del clicker, da applicare, se si desidera. Si tratta di un metodo di lode immediata che si serve del clicker, è più veloce usare questo apparecchio che dare una ricompensa e con un click si incoraggia il buon comportamento adeguandosi alla velocità di apprendimento del cane. E’ necessario, perché funzioni, creare un’associazione positiva tra il suono del clicker e le ricompense e alla fine il cane collegherà il click al riconoscimento della sua buona condotta.
Come si fa? Si utilizza il dispositivo dando subito al cane una ricompensa in modo da creare il nesso, e da quel momento in poi il click vorrà dire ricompensa, “bravo”, “hai fatto la cosa giusta”.
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Pubblicato da Marta Abbà il 3 Dicembre 2018