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Dove leggere i numeri del coronavirus e come

Oltre a seguire tutte le indicazioni dell’OMS per proteggere la nostra salute, da oltre un mese dobbiamo stare anche molto attenti alle news, alle fake news, a tutto quel chiacchiericcio attorno a questa pandemia del XXI secolo che può arrivare a turbare la nostra psiche. Non solo, oltre al nostro equilibrio, da proteggere, è importante sapere dove leggere i numeri del coronavirus per comprendere in che direzione sta andando il mondo e cosa aspettarci a livello di direttive, nel prossimo futuro. Per noi stessi, per il nostro lavoro, per le persone a cui vogliamo bene e che magari andranno incontro ad un periodo di difficoltà, o meno.

C’è chi si informa di più e chi di meno, e non è sulla quantità di notizie lette o ascoltate al giorno che si vuole discorrere in questo articolo. Poche o tante che siano, è bene che risultino vere.

Dove leggere i numeri del coronavirus

Li troviamo ovunque e in qualsiasi momento, e passeranno mesi e mesi prima che scompaiano dei giornali, dalla TV ma anche dai social e dalla radio. Per questo è importante imparare a selezionare le fonti di qualità e limitare la nostra esposizione a notizie e voci non veritieri.

Purtroppo assieme al desiderio di informare il proprio pubblico, in queste occasioni scatta anche in certi soggetti la voglia di approfittarne per farlo crescere in numeri, catturare nuovi fan, fare notizia con la notizia. Come? Distorcendo, esagerando, cercando scoop che non esistono ma che possono attirare l’attenzione di chi, magari preoccupato, crede al volo a ciò che legge senza esercitare, per ansia, un po’ di spirito critico.

La pandemia ci ha reso più fragili, anche di fronte al fiume di notizie sul web e su carta, in tv e in radio. Ecco come difendersi e coltivare il proprio giardino di informatori sani, di cui potersi fidare davvero. Ce ne sono, credetemi, ce ne sono e anche tanti. Non urlano, ma si trovano se li si cerca.

La prima regola per andare alla ricerca di notizie e numeri reali, è quella di consultare le fonti primarie dell’informazione o a quegli articoli o servizi che sempre fanno fede ad esse. C’è il portale epidemiologico dell’Istituto superiore di sanità, Epicentro, che pubblica in una sezione ad hoc gli aggiornamenti sul contagio guarniti di qualche informazione utile sulla pandemia. Per chi non ha problemi con l’inglese, c’è anche il portale dell’OMS che dà dei numeri o anche dei consigli pratici, come ad esempio quelli per fare il gel disinfettante e l‘amuchina in casa. Non molto prontamente, ma anche il Ministero della salute ha una sezione apposta e se si vuole qualcosa di molto tecnico, lato medico, si può consultare anche PubMed. Una rappresentazione anche visiva, utile e interessante, oltre che aggiornata, è quella offerta dalla Johns Hopkins University & Medicine.

Come condividere i numeri del coronavirus

Anche noi possiamo diventare fonti di notizie, buone o cattive, vere o false. Anche noi possiamo scegliere di far vincere l’informazione di qualità e non mettere benzina sui danni che compiono le fake news o in toni allarmistici di certi giornali. Non siamo solo “vittime” ma anche carnefici, o per lo meno complici, se condividiamo notizie non vere o esagerate o che banalizzano questioni importanti. Ricordiamocelo, ogni volta che sui social pubblichiamo qualcosa.

Come secondo consiglio, quello di focalizzarci sui temi che davvero oggi sono importanti, senza farci incantare dal fascino del sensazionalismo. Le storie attorno al coronavirus sono un chiacchiericcio, belle o brutte che siano non sono particolarmente utili se non ai media per tenere incollato a sé il pubblico, Quel che è importante oggi è capire quali sono le indicazioni ufficiali sul nostro comportamento, come muoversi, quanto muoversi, cosa mangiare, come proteggersi, come contribuire a fermare il contagio. Questo è importante ed è questo che dobbiamo pretendere di sapere.

Come leggere i numeri sul nuovo coronavirus

Un focus particolare va fatto sui numeri, che per settimane e settimane ci sono stati forniti in modo quotidiano, ora meno visto che l’appuntamento con la conferenza stampa alle 18.00 si è trasformato da giornaliero a bisettimanale. Se quei numeri sono importanti per gli esperti, per noi un po’ meno perché non abbiamo gli strumenti e le nozioni per interpretarli e, senza molte spiegazioni, non fanno che buttarci nel caos. Un giorno sembra che tutto possa sistemarsi in poche settimane, quello successivo invece il virus appare invincibile.

Una forte discussione è tuttora in corso ad esempio per capire come definire le morti da coronavirus e quindi stimare il reale tasso di letalità di una malattia. La formula matematica è facile, ma la valutazione medica e il confine tra morto “a causa di” piuttosto che “anche perché” è molto più difficile e non certo matematico. La scienza osserva e a volte fa delle supposizioni. In questi mesi vorremmo più che mai che ci desse delle certezze ma non lo ha mai fatto. Si avanzano ipotesi, le si verifica, si studia, si approfondisce, cercando di cavarsela al meglio in un mare di incertezze.

Oltre che sull’attribuzione delle morti al coronavirus, c’è confusione anche nel valutare il numero degli infetti che deve comprendere chi è ricoverato in ospedale dopo essere risultate positive ai test sul nuovo coronavirus ma anche chi ha il virus ed è a casa in quarantena? E i possibili infetti che al momento potrebbero essere in fase di incubazione senza sintomi? Per non parlare degli asintomatici, come possiamo contarli?

Visto che non si tratta di dati banali da comprendere e comunicare, è molto importante poter essere certi della fonte di informazione a cui ci affidiamo, perché chiunque può storpiarli e cavarne conclusioni errate e fuorvianti. Un’epidemia del genere è inedita, per cui siamo tutti impreparati, i dottori, i giornalisti e anche il “pubblico”, prendiamoci tempo e man mano ci saranno più certezze, più dati, più informazioni utili su come trattare il covid19.

Vi sembra impossibile? Allora pensate a quante malattie nella storia dell’uomo sono state sconfitte, pensate oggi quanti sono i virus che sappiamo controllare ma che un tempo uccidevano molte persone. Col tempo, ci arriveremo.

Quanto tempo?

Quello necessario. Ed invece di fare il count down su un riferimento di “fine covid19” che non abbiamo, meglio concentrarsi sul qui ed ora e agire per il meglio.

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Pubblicato da
Marta