Crono, titano dell’agricoltura: origini del mito

crono

Crono non è noto come il figlio, Zeus, ma quasi. Molti lo collegano con l’idea di tempo ed in effetti è il titano del tempo ma anche quello della Fertilità e dell’Agricoltura. Il suo nome deriva dal greco antico Kronos, (Κρόνος, Krónos), è una divinità pre-olimpica della mitologia e della religione greca e nella maggior parte dei miti lo vediamo comparire come figlio di Urano (Cielo) e di Gea o Gaia (Terra). Non confondiamolo con Chronos, divinità del tempo nell’orfismo: il nostro Crono è il secondo signore del mondo e padre di Zeus e dei primi Olimpi.



Il culto di Crono era ubicato prevalentemente ad Atene dove addirittura venivano celebrate in estate le feste Cronie, troviamo delle manifestazioni in suo onore anche in altre zone del paese, in Beozia, ad esempio, ma anche a Rodi e a Cirene.

Questa figura mitologica ha un corrispettivo nella mitologia romana: Saturno, antico dio delle messi. La ritroviamo anche nella cultura popolare, ecco due esempi. In alcuni episodi di Stargate SG-1 c’è un Crono che è un Goa’uld, sempre Crono si chiama anche l’antagonista principale della Saga Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, in cui ha intenzione di liberarsi della sua prigionia nel Tartaro per poter distruggere gli dei e la civiltà occidentale.

Crono: mito greco

In virtù del fatto che ricopre la veste di titano dell’Agricoltura, andiamo a conoscere la sua storia, o meglio il mito che lo vede protagonista assieme al figlio Zeus.

Crono è figlio di Urano, il padre appena è nato lo ha gettato assieme ai suoi fratelli nelle profondità della terra perché convinto che fossero intenzionati a ribellarsi al suo potere per diventare loro stessi i padroni dell’universo. Gea, la madre, compagna di Urano, incoraggiò il figlio ad affrontare il padre. Crono andò quindi da Urano armato di falcetto e di coraggio, lo evirò e prese il suo posto, al comando dell’intero universo.

Salito al potere, il nostro titano si precipitò a liberare i fratelli dalle viscere della Terra in cui il padre li aveva relegati, lasciando però in prigionia i Ciclopi e gli Ecatonchiri. Aveva dei dubbi sulla loro onestà, temeva che potessero ribellarsi al suo potere.

Con l’intento di proseguire l’opera di creazione dell’universo, Crono si unì in matrimonio con la sorella Rea, un’altra rappresentante dei Titani, e con lei ebbe parecchi figli. Di alcuni ci ricordiamo il nome perché esistono dei miti che li vedono protagonisti. Ad esempio Poseidone, Ade, Era, Demetra ed Estia.

Quelli di Crono fu un regno piuttosto sereno e felice, tutto procedeva al meglio fino a quando non arrivò una profezia, maledetta, che ruppe l’equilibrio che si era venuto finalmente a creare a livello universale. Qualcuno convinse Crono che i suoi figli avrebbero determinato la fine del suo regno. Ben intenzionato a mantenere a lungo la propria posizione e a restare a capo dell’universo, il nostro Titano agì di impulso, preso dal terrore di decadere, e cominciò a divorare tutti i propri figli. Appena nascevano, li ingoiava in modo da poterli tenere prigionieri delle proprie viscere.

Come immaginabile, Rea, la moglie, non la prese bene e cercò con tutte le sue forze di opporsi alla carneficina in atto. Proprio in quel periodo nacque Zeus e Rea si guardò bene dal consegnarlo al marito, condannando così il neonato a morte certa. Si ingegno e mostrò a Crono ammasso di stracci facendolo passare come il figlio appena nato, lui ci cascò brutalmente e lo divorò con una violenza che non gli permise di accorgersi che era solo stoffa ciò che la moglie gli aveva dato.

Zeus intanto fu affidato alla capra Amaltea che se ne prese cura proteggendolo e allevandolo di nascosto dal padre, in una caverna del monte Ida, a Creta. Una volta adulto, Zeus uscì allo scoperto e decise di vendicare i propri fratelli e di attaccare il padre. Agì con l’inganno e non con la forza, gli fece bere una speciale bevanda preparata da Metis che gli fece vomitare tutti i figli che aveva divorato. Questo diede inizio ad una vera e propria guerra tra padre e figlio che durò parecchio, ben dieci anni, con un braccio di ferro avvincente tra Crono ed i Titani in opposizione a Zeus sostenuto dai suoi fratelli.

Ad interrompere il conflitto fu Gea con un consiglio che permise a Zeus di dare una svolta alla propria strategia bellica. Gli suggerì di liberare i Ciclopi e di allearsi con loro. Zeus la ascoltò e, grazie a Ciclopi vinse perché queste creature, per ripagare il fatto di essere stati liberati, gli donarono le folgori, un’arma vincente.

Ci sono diversi finali del mito. In alcune versioni si trova una happy end con Zeus che permette al padre di regnare nelle isole dei Beati, ai confini del mondo ma secondo altri Crono fini a Tule sprofondando in un magico sonno oppure incatenato nelle più profonde viscere della terra. L’unica cosa certa è la sorte dei Titani che furono fatti incatenare da Zeus nel Tartaro e furono affidati agli Ecantonchiri.

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Pubblicato da Marta Abbà il 3 Febbraio 2019