Come parlano i gatti

come parlano i gatti

Animali a volte etichettati come un po’ selvatici e menefreghisti, soprattutto quando vengono paragonati ai cani che aprono il cuore ai propri padroni in modo così “sfacciato” e senza alcun ritegno, i gatti sono invece degli esperti di comunicazione. Tutto sta nel capire come parlano i gatti senza pretendere che ci vengano incontro ma andando noi incontro a loro. Andiamo assieme a decriptare il loro linguaggio per imparare a comprendere meglio i segnali che ci lanciano e i loro immensi messaggi di affetto che spesso finiamo per non captare aspettandoci qualche gesto esplicito e tipicamente canino.

Come parlano i gatti tra di loro

Iniziamo a spiare come i gatti comunicano tra loro, troviamo molti elementi che descriviamo nel parlare della comunicazione tra umano e felino che trattiamo tra qualche paragrafo. Per il momento posso dire che da padrona di due gatti, fratelli e conviventi, posso dire che questi animali si intendono benissimo e si creano dei loro codici molto “spicci”, proprio come i segnali che riservano a noi. Non sono quindi sintetici solo con gli esseri umani, è il loro modo di comunicare in generale ad essere così.

A volte i due fratellini si soffiano a vicenda, quando l’uno vuole spodestare l’altro o rubargli le crocchette, ma altre volte si leccano e si coccolano un po’. Sia in un caso che nell’altro posso testimoniare che si capiscono al volo e non si sentono molti versi o miagolii. A volte basta un movimento isterico della coda per far intendere all’altro di starsene lontano.

Come parlano i gatti

Come capire il nostro gatto, ovvero come parlano i gatti con gli uomini

Ora tocca a noi, da spettatori diventiamo protagonisti, il gatto ora sta parlando proprio a noi. Questi animali sfoggiano un linguaggio variegato che comprende una miriade di suoni e di gesti compiuti con tutte le loro parti del corpo, vibrisse comprese e poi coda, occhi, orecchie. Tra i suoni non dobbiamo pensare al solo miagolare perché ci sono anche i soffi, i gridi, le fusa.

Da aggiungere c’è poi il linguaggio del corpo che ci parla attraverso le posizioni che assume, o i movimenti come l’abbassare la coda o lo strofinarsi sulle nostre gambe, gesti che non sono mai casuali o dovuti ad uno slancio del momento ma sempre studiati e mirati ad un preciso obiettivo.

I gesti del gatto hanno una loro storia, delle origini che ci raccontano di come questo animale abbia una forte affettività. Ad esempio proprio il gesto dello strusciarsi contro le nostre gambe risale all’infanzia del gatto, lo faceva con la mamma quando era cucciolo per chiedere del cibo o qualche coccola. Da adulto lo fa con noi pregandoci di sfamarlo oppure di accarezzarlo invece di guardare la TV o fare altro.

Un altro gesto eloquente è il graffiare un divano. Non capita quasi mai che si tratti di un caso, soprattutto perché il felino ha a disposizione solitamente un’ampia scelta di tiragraffi e giochi di vario tipo e sceglie di usare il divano come manifesto del suo dissenso. Quando fa un disastro con le unghie lo fa deliberatamente, a noi capire per cosa sta protestando.

Un altro gesto con cui il gatto ci comunica la sua disapprovazione è quello di sporcare fuori dalla lettiera con i suoi bisogni. Non solo è un animale attentissimo alla pulizia in generale, ma è anche amante del suo igiene personale e non si distrarrebbe mai quando si tratta di fare i bisogni dove si deve. Un’eccezione potrebbe essere quando stiamo traslocando, in quel caso forse più che arrabbiato il gatto è a disagio. Come molti sanno, è un animale che non ama affatto i cambiamenti e il trasloco è quanto di più detestabile per lui.

Come parlano i gatti: miagolii

Partiamo ad analizzare ora come parlano i gatti letteralmente, o quasi, passando in rassegna i suoni che emette, in primis i miagolii. Sì, plurale perché ce ne sono di vario tipo, è soprattutto il ritmo a cambiare ma per notarlo dobbiamo prestargli orecchio e non sbuffare girandoci dall’altra parte o accendere la radio per non sentirlo.

Quando il gatto miagola emettendo suoni a intermittenza mentre è impegnato a strofinarsi tra le nostre gambe muovendo lentamente la coda anche se può sembrare, non si sta lamentando ma sta chiedendo apertamente cibo o coccole. Ha fame di affetto e di cibo. Il miagolio può essere anche continuo e a volume alto: o lo abbiamo fatto arrabbiare oppure ha moltissima fame.

Un gatto può emettere anche dei versi gutturali o delle urla. In quest’ultimo caso non avrete difficoltà a riconoscerle subito. Sono a volume alto, più acute e con un tono molto aggressivo, servono per tenerci lontano tanto è arrabbiato. Ascoltiamolo, non proviamo ad avvicinarlo con un gesto di pace perché non è il momento di trattare. Lasciamo che sbollisca, prima di tentare una manovra di riappacificazione. Diverso dall’urlo abbiamo il grido che è maggiormente legato all’accoppiamento, cosa che non ci riguarda direttamente mentre il soffio sì, può essere diretto a noi come ad un altro animale, gatto o cane ad esempio, e significa “stammi lontano oppure ti arriva una graffiata memorabile”.

Il significato delle fusa

Le fusa sono un classico, e finalmente un gesto di benevolenza nei confronti di noi “poveri” padroni di gatti. Le fusa al contrario del miagolio sono un inequivocabile segnale di affetto. È un modo di esprimere gioia e riconoscimento per le l coccole e i segnali di amore ricevuti. Sentiamoci onorati se le fa in nostra presenza e se vogliamo approfondire leggiamo questo articolo sul significato delle fusa del gatto.

Il significato dei morsi

Chi ha provato ad accarezzare un gatto contro la sua volontà insistendo, può confermare che questo animale morde, morde eccome, e può fare male. Date le sue dimensioni non può certo staccarci un braccio ma con quei dentini aguzzi può lasciare il segno. Il morso è una reazione molto istintiva legata ad una condizione di minaccia. Il gatto lo utilizza quando si sente in pericolo oppure in trappola. Ci sono gatti che non mordono quasi mai, quelli meno diffidenti e più coccoloni, ma altri sono molto più nervosetti ed è meglio stare in guardia. Un classico è trovarci morsi quando accarezziamo per un po’ un gatto e lui si è stufato. Se non cogliamo gli altri segnali con cui ci dice di smetterla, è un attimo che ci morde. Questa dinamica è frequente soprattutto quando un gatto non conosce chi lo sta accarezzando e ha bisogno di un graduale avvicinamento, non esageriamo con il contatto da subito!

I movimenti della coda

La coda è ben evidente e facile da muovere, è certamente una parte del corpo perfetta per comunicare anche a noi umani che non sempre siamo in grado di notare micromovimenti o segni.

Iniziamo dall’abc per capire come i gatti parlano. Se la coda è arcuata e bassa, e il gatto la agita, è di umore inquieto ed è meglio non disturbarlo. Non è detto che sia aggressivo ma certamente non si sente al sicuro, è in allerta e sente che ci sono minacce attorno a lui da cui vuole salvaguardarsi. La coda, in questa situazione, può anche dare colpi molto secchi e mirati sul pavimento.

Un altro classico è la coda tenuta dritta dritta come un piombino, verticale e tesa. Sembra un’antenna ed è effettivamente collegata ad uno stato di massima attenzione. In cosa si differenzia rispetto al precedente segnale? Stavolta il gatto ha un atteggiamento amichevole e aperto alle novità, è dialogante e spesso ha anche una richiesta da presentare, strano ma vero riguardante il cibo.

Quando il gatto ha la coda tra le gambe non manda lo stesso messaggio che un cane trasmetterebbe nella stessa posizione. Non è automaticamente da interpretare come un segno di sottomissione perché potrebbe essere una posizione assunta solo per riposarsi e stare comodamente seduto così. Ciò non toglie che quando il gatto sa di aver fatto qualcosa di non autorizzato, assume esattamente la stessa posizione, con la coda tra le gambe, cercando di farla franca.

Meno frequente è la coda allungata verso il basso. La ritroviamo quando il nostro amico felino si sta preparando per andare a riposare e sta magari cercando il luogo giusto per acciambellarsi e schiacciare un bel riposino.

Come parlano i gatti

I movimenti delle orecchie

Se avete in casa un gatto o ne frequentate spesso, avrete certamente notato come questi animali muovono le loro orecchie molto di frequente e in modo diverso. Basta guardarli per un attimo per avvertire l’inquietudine con cui le due orecchie si muovono, come per dare la parola ad un animale che non la ha. I tre movimenti più classici sono le orecchie dritte, in avanti e appiattite.

Dritte con gli occhi spalancati, sono il segnale di attenzione, il gatto ci sta ascoltando, sta inquadrando la situazione e capendo cosa gli vogliamo comunicare. Se gli occhi sono invece chiusi o socchiusi allora il nostro amico è in cerca di coccole ed esprime un senso di piacere.

Le orecchie in avanti sono sempre un segnale di attenzione ma più allarmato che in precedenza: il felino sta seguendo qualche movimento o rumore con attenzione per valutare se si tratta di un pericolo. Ci restano le orecchie appiattite che non sono affatto un buon segno. In questo caso l’animale si sta preparando ad attaccare un possibile nemico. Con le pupille dilatate, mostra i denti e cerca di intimidire chi gli sta di fronte. Non è il momento di fargli una carezza o di tentare un approccio.

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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Febbraio 2020