Codice della strada ciclisti: vediamo cosa prevede per circolare in sicurezza e senza rischiare multe. Il dubbio principale dei ciclisti riguarda la possibilità di procedere affiancati o in gruppo invece che in fila indiana. Iniziamo subito col dire che procedere occupando tutta la strada come fatto dalle tre ragazze ritratte nella foto di apertura di questo articolo è decisamente pericoloso, a meno ovviamente di trovarsi su una pista ciclabile! :-)
Parlo da ciclista amatoriale ma anche da guidatore di auto con venti anni di patente: quando si circola sulle strade bisogna prestare la massima attenzione a ciò che ci circonda e se possibile cercare di interpretare ed anticipare i segnali che altri guidatori ed occupanti della strada ci mandano. Quando pedalo questi sensi sono particolarmente acuiti proprio per il fatto che sono esposto a pericoli maggiori e ritengo a ragione che pochi guidatori di auto siano anche ciclisti e pedalatori frequenti e che pertanto non tutti abbiano la percezione di cosa significhi stare sia alla guida di un veicolo e contemporaneamente alla guida di una bicicletta su strada. La maggior parte delle liti in tal senso nascono proprio da questa mancanza di empatia reciproca e nei casi estremi diventa maleducazione e mancanza di rispetto.
Ma veniamo al nocciolo della questione: il Nuovo codice della strada, decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 tramite l’Art. 182. “Circolazione dei velocipedi” regolamenta le norme di comportamento per i ciclisti. A noi interessa in particolare l’articolo numero 1:
I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.
Come spesso capita la nostra legge è spesso soggetta ad interpretazioni personali e utilitaristiche ma in tal senso parla chiaro:
Quindi il codice della strada italiano quando si pedala in gruppo impone sostanzialmente la fila indiana con poche eccezioni che però automobilisti e ciclisti stessi devono rispettare; va anche detto che la legge si accompagna al buon senso e potrebbe essere ulteriormente migliorata come avviene in altri paesi; in Spagna ad esempio è ammesso che i ciclisti pedalino a coppie e quando un gruppo è composto da almeno 4 ciclisti in allenamento possano essere accompagnati da auto con le luci di emergenza accese a segnalare meglio la loro presenza. Come quando sostanzialmente un guidatore si trova in strada a confrontarsi con un giovane guidatore o in procinto di prendere la patente. Nessuno si sognerebbe mai di avere cenni di nervosismo nei confronti di un veicolo con la P ben esposta; attenzione poi alla normativa per quanto concerne le luci sulle biciclette come led e fari .Le più recenti innovazioni in tema di sicurezza hanno portato alla nascita di sistemi integrati luce e bike radar che tramite il display del ciclocomputer sono in grado di offrire una visione laterale e posteriore ai ciclisti che di base manca.
Sempre in Spagna è stata approvata una legge che impone agli automobilisti di mantenere una distanza di ALMENO 1 metro in fase di sorpasso a ciclisti. Una legge analoga è stata proposta anche in Italia con il ddl 2658, chiamato subito “decreto salvaciclisti” arrivato al Senato nei giorni scorsi e ora arrivato all’esame della commissione competente. Nel decreto si prevede che la distanza laterale dal ciclista in fase di sorpasso da parte di un’auto debba essere di ALMENO 1,5 metri! Certo, considerata l’ampiezza di alcune nostre strade qualche domanda mi viene! :-)
Il ddl 2658 prevede multe salate per gli automobilisti che non rispetteranno questo limite: una sanzione da 163 a 651 Euro e la sospensione amministrativa della patente di guida (da 30 a 90 giorni e fino a 6 mesi se il guidatore è un neopatentato).
In alcuni paesi, come in Australia, la distanza laterale dal ciclista in fase di sorpasso prevista dal codice della strada dipende dalla velocità dell’auto: fino a 60 Km/h è di almeno 1 metro.
Comportamento dei ciclisti ideale per il codice della strada italiano
Il principio vorrebbe che i ciclisti non intralcino la circolazione ma che debbano stimolare l’attenzione degli automobilisti segnalando la loro presenza perché come diciamo spesso noi in gergo “non possiamo scomparire dalla carreggiata”.
E proprio perché comprendo le esigenze degli automobilisti cerco di aiutarli segnalandomi ed agevolando il loro sorpasso tramite semplici regole di buon senso che raccomando a tutti:
Da guidatore di auto sono anche in grado di distinguere quando ho davanti un gruppo intento ad occupare la strada in modo corretto e chi invece interpreta i percorsi come i giardini di casa propria: faccio comunque notare agli automobilisti dei particolari che spesso non sono in grado di comprendere a fondo:
Senza entrare in polemiche che non fanno bene a nessuno va detto che il codice della strada per ciclisti in altri paesi si basa sul principio che la bicicletta è un mezzo di trasporto a tutti gli effetti con pari dignità rispetto ad altri veicoli. Con i pro ed i contro in termini di multe e quanto altro proprio perché anche tanti ciclisti sono indisciplinati e poco rispettosi di pedoni, rotonde, marciapiedi e quanto altro. Per ricevere in termini di sicurezza e rispetto bisogna anche restituire e dare i termini di disciplina e sanzioni che ne derivano; anche per quello io sono favorevole all’introduzione del casco obbligatorio come in altri paesi.
A cura di Tullio Grilli