Città Foresta cinese, made in Italy

Città Foresta

A breve vedremo sorgere la prima vera città foresta, una vera e propria sfida artistica, architettonica e ambientale, ma prima ancora sociale perché è un progetto che rappresenta nel concreto la presa di coscienza della necessità di pensare a un modo di abitare il territorio diverso, soprattutto nelle metropoli, le aree in cui si stanno concentrando grandi fette di popolazione di tutto il mondo.



Se entro il 2050, così ci dicono gli esperti, oltre il 70 per cento delle persone che abiteranno il nostro pianeta, saranno residenti in aree urbane è necessario organizzarsi perché esse siano vivibili e che non rendano la Terra invivibile a causa del forte impatto ambientale che finora dimostrano di avere.

In questo contesto la città foresta che sta nascendo in Cina, nel comune di Liuzhou, situato nella parte meridionale del Paese, è una vera e propria visione che può segnare un punto di svolta. Con molto orgoglio possiamo dire che si tratta di un progetto made in Italy perché firmato da un architetto italiano e operativo anche in Italia.
Andiamo quindi a scoprire meglio come sarà fatta questa città foresta cinese e che impatti potrà avere dal punto di vista ambientale.

Si tratta di un’area di 430 acri (175 ettari), vicino al fiume Liujiang, che si prepara ad accogliere 70.000 creature viventi, in unità di fatto più piante che persone perché sono previsti 30.000 abitanti umani e 40.000 vegetali, nella forma di alberi che saranno piantati. In verità complessivamente il progetto preveder la messa a dimora di un milione di piante di oltre 100 specie diverse, andando a scegliere quelle che si adattano meglio alle diverse superfici messe a loro disposizione.

Città Foresta

Città – Foresta cinese, made in Italy

Questa città foresta è stata ideata dall’architetto e urbanista italiano Stefano Boeri che ha ricevuto dall’ufficio di pianificazione del comune cinese il compito di realizzare il progetto. Il completamento del masterplan risale al 2017 e in questi mesi sta diventando realtà.

Con questa idea italiana, la Cina diventa il primo paese al mondo che realizza un insediamento urbano di nuova generazione in grado di incarnare numerose sfide. Quella dell’autosufficienza energetica e dell’uso delle energie rinnovabili, quella dell’incremento della biodiversità e, non certo meno importante e tremendamente attuale, la sfida di ridurre l’inquinamento dell’aria nelle grandi città in modo decisivo. E’ possibile tutto ciò? Sì, a quanto pare, imboccando la via della città foresta ovvero quella che prescrive di inserire ovunque sia possibile delle superfici vegetali e biologiche.

Per chi conosce almeno un minimo l’architetto Stefano Boeri, non è una sorpresa sentire il suo nome associato ad un progetto simile perché non è certo notizia recente la sua convinzione che solo la forestazione urbana sia uno strumento molto importante nella lotta ai cambiamenti climatici.

Città – Foresta cinese: il progetto

I milanesi, e non solo, conoscono Boeri per via di un’altra foresta, sempre spuntata in ambito urbano ma stavolta in Italia: la Foresta Verticale, detta anche “Bosco Verticale”. Situata nel quartiere Isola, a due passi dalla Stazione di Porta Garibaldi e da piazza Gae Aulenti, questa costruzione è composta da due alte torri con balconi coperti così tanto da vincere e in modo così intelligente da vincere il Highrise Award per l’innovazione, nel 2014.

Con la risonanza mondiale che ha avuto, ora il Bosco Verticale milanese viene replicato in altre importanti metropoli che vogliono migliorare il proprio rapporto con il verde come ad esempio Nanchino, Shanghai e Losanna. Nella città foresta cinese in arrivo, ovviamente ritroviamo questi elementi architettonici ma non isolati come oggi lo sono a Milano bensì inseriti in un contesto urbano che nasce con una forte impronta green. Le torri con balconi di alberi sono infatti circondate da altri alberi e ancora alberi spunteranno vicino a strade e passaggi pedonali.

Oltre che green, la città foresta cinese sarà molto innovativa e all’avanguardia anche da altri punti di vista. Un treno ad alta velocità, totalmente cablato per internet e alimentato da energia rinnovabile la collegherà alla città principale e nelle sue vie ci sarà anche un impianto di climatizzazione geotermica, per le sue strade viaggeranno veicoli elettrici e sarà completa di servizi per chi ci vive, comprese le scuole e gli ospedali.

Città – Foresta cinese: impatto ambientale

Suona abbastanza logico che una città con tanti alberi sia green e faccia bene all’ambiente ma andiamo a capire meglio perché e in che senso. Le città foresta possono ridurre i cambiamenti climatici in vari modi. Recenti studi sostengono che aumentando del 20 per cento il numero di alberi delle più grandi megalopoli del mondo le città raddoppierebbero letteralmente i benefici di queste foreste.

Gli alberi puliscono l’aria e ci forniscono anche cibo e molto altro. Iniziamo con il dire che fanno diminuire l’anidride carbonica, evitando che il gas svolga il suo ruolo dannoso nell’innalzare la temperatura del pianeta, inoltre sono in grado di assorbire le precipitazioni, aiutando a ridurre il deflusso delle acque e a ricostituire le falde acquifere sotterranee.

Gli alberi producono ombra, sembra banale ma ci sono città che ne hanno davvero poca. In una città foresta invece viene abbattuto l’effetto dell’isola di calore urbano e si evita che le temperatura siano insopportabili a causa della presenza di cemento, asfalto e mattoni. Cosa producono ancora gli alberi, oltre e fiori e frutti? Molto banalmente rami e foglie che aiutano a ridurre le temperature medie estive dell’aria in città, riducendo così la necessità di aria condizionata.

Non dimentichiamoci che noi uomini non siamo i soli ad apprezzare la presenza di piante. Molto contenti saranno tutti quegli animali che oggi a causa della forte urbanizzazione rischiano la vita. La città foresta sarà quindi anche una importantissima area di protezione e miglioramento della biodiversità.

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Pubblicato da Marta Abbà il 2 Maggio 2019