Cinghiale: reintroduzione e problemi

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Cinghiale, noto nella mitologia e nell’araldica, nelle ricette e nella cronaca, è un animale senza dubbio sotto i riflettori, messo in cattiva luce o meno al variare delle circostanze. Si tratta di un mammifero originario dell’Eurasia e del Nord Africa ma che oggi è abbondantemente diffuso nei territori più svariati. Il suo aspetto è difficile da descrivere univocamente, ci proverò, ma con gli anni e nelle varie aree, il ceppo originario si è mescolato con altre specie simili dando origine a una grande moltitudine di versioni di forma, dimensioni e colori diversi.



Cinghiale: aspetto e varietà

In generale il cinghiale è senza dubbio un animale di costituzione massiccia, dal suo corpo squadrato spuntano zampe corte e sottili, ogni piede, dotato di quattro zoccoli, si muove veloce e agile nonostante la mole. Il collo corto e tozzo collega al busto la testa che appare grande e massiccia ma il muso sembra quasi assottigliarsi in un lungo cono che termina nel grugno, un “nasone” che vanta grandi performance tattili e olfattive.

Gli occhi non esprimono molto, sono obliqui, piccoli e disposti a lato per permettere una visione più ampia possibile anche se a bassa definizione. I Cinghiale ha ben 44 denti ma quelli più evidenti sono i canini, chiamati anche zanne, che nei maschi spuntano dalla bocca inarcandosi verso l’alto.

La pelle di questo animale è una specie di corazza, spessa e poco vascolarizzata, dotata anche di cuscinetti di grasso sottopelle e quasi totalmente ricoperta da setole rigide. C’è una versione estiva e una invernale del manto, e anche la tinta varia molto di zona in zona, e con il clima, passando dal bruno-rossiccio al nerastro con delle curiose eccezioni. Una è quella del Cinghiale bianco, non albino, ma di colore biancastro: arriva dall’Asia Centrale.

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Cinghiale: peso

Parlando di Cinghiali al plurale, viste le numerose varianti, la lunghezza può raggiungere anche i 180 cm mentre l’altezza al garrese massimo 1 metro, il peso medio è indicato massimo è un quintale ma questo parametro subisce delle variazioni che non ha senso riassumere in un numero.

Il cinghiale gigante, infatti, in Russia, supera i tre quintali, se maschio, le femmine sono più piccole ma di certo non esili. In Spagna non si può certo parlare di Gigante, invece: al contrario in questa zona troviamo esemplari minuti che non superano gli 80 Kg.

In Italia sulle Alpi troviamo animali detti “neri”, con pelo grigio-nerastro, che pesano tra i 100 ed i 200 kg, scendendo verso sud e in Sardegna, cala anche il peso fino a 80 kg. La coda però non manca mai, ed è utile come scacciamosche, è pendula e può misurare fino a 40 cm, è ricoperta di setole con un ciuffetto di peli sulla punta.

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Cinghiale: habitat e distribuzione

Partendo da Eurasia e Nord Africa il cinghiale si è diffuso da tempo un po’ ovunque fino al momento del suo boom demografico nel Dopoguerra. D’altronde è un animale adattabile in quasi ogni habitat,è stato inserito nella lista delle cento specie invasive più dannose al mondo anche perché colonizza tutti gli ambienti in cui capita, evitando solo le aree desertiche, rocciose e quelle a forte precipitazione nevosa.

In Europei i cinghiali abitano i boschi, in particolare i querceti, in Africa e Asia preferiscono le paludi. Concentrandoci sull’Italia, troviamo questo mammifero sparso qua e là ma molto presente, dalla Valle d’Aosta fino alla Calabria, passando anche in Sardegna, in Sicilia, nell’isola d’Elba ed in altre piccole isole. Sono più ristretti i gruppi che abitano in zone prealpine e montane tra Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli.

Se vogliamo vederlo in amicizia e non in versione “metropolitana”, cerchiamolo nei parchi nazionali, nel Parco Nazionale del Pollino e nel Parco Nazionale del Gran Sasso, ad esempio.

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Cinghiale: problemi che sta causando

Non si può parlare del cinghiale fingendo che non provochi oggi come ieri, danni oggettivi all’uomo e all’ambiente. Senza giudicare, vediamo la realtà dei fatti e dei disastri che sono davanti agli occhi di tutti. Quando ci troviamo in ambienti boschivi dove i cinghiali sono autoctoni, essi hanno una funzione benefica e contribuiscono all’aerazione del terreno con la conseguente diminuzione della presenza di larve d’insetti nocivi. Contribuiscono allo sviluppo dei boschi. 

I problemi sorgono quando ce ne sono troppi in poco spazio, allora sì che fanno danni sia alla copertura arborea e alla popolazione di cervidi e di galliformi.

Quando i cinghiali sono invece introdotti dall’uomo, sono estremamente nocivi sia perché sostituiscono altri suidi o pecari sia perché devastano le foreste e fanno scomparire molte specie rettili, anfibi ed uccelli terricoli. Per questo spesso vengono organizzate battute di caccia per diminuire il numero di esemplari. Vicino alle città i cinghiali vanno a fare razzia nelle piantagioni mentre se raggiungono la zona urbanizzata vagano nelle periferie e nelle discariche in cerca di cibo tipo junk food e danneggiando veicoli e arredo urbano anche se non commestibile.

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Cinghiale: ricetta

Odiato in città ma amato da molti a tavola, il cinghiale è protagonista di molte ricette tra cui quella del Cinghiale in umido, quella del Cinghiale alla Cacciatora oppure in salmì. Assaggiamolo in umido, ecco a ricetta. Procuriamoci mezzo chilo di carne, 350 g di passata di pomodoro, e poi carote, cipolle e un po’ di sedano, dell’aglio se piace e mezzo litro di vino rosso. Per dare sapore selvaggio servono 4 foglie di alloro, delle bacche di ginepro e volendo anche rosmarino, salvia, prezzemolo.

Iniziamo una sera che ci sentiamo ispirati, immergendo la carne in un mix di carote, cipolle e sedano, aggiungendo spezie e vino rosso lasciandolo una intera notte, la mattina tagliamolo a pezzi tenendo gli odori macerati con la carne e buttando il vino. In una pentola di coccio a parte facciamo passare le carote, le cipolle e il sedano a pezzi che non abbiamo ancora usato, con olio, e in un secondo momento aggiungiamo il cinghiale a pezzi lasciandolo rosolare fino al completo assorbimento del vino rimasto nella carne. Arrivati a questo punto possiamo aggiungere la passata di pomodoro e lasciare cuocere almeno 3 ore tutto. Quando il pomodoro si è ritirato, il cinghiale in umido è pronto da servire in tavola, ottimo con la polenta, ma non solo.

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Pubblicato da Marta Abbà il 13 Agosto 2016