Allergia arachidi: sintomi e trattamenti

arachidi

L’allergia arachidi è una forma di allergia che può avere anche gravi ripercussioni sull’organismo. Cerchiamo allora di conoscerla meglio, partendo dai sintomi per arrivare ai trattamenti più efficaci.

I sintomi dell’allergia

La reazione allergica più grave alle arachidi è l’anafilassi, ovvero una risposta del corpo, potenzialmente pericolosa. I sintomi possono includere una ridotta respirazione, gonfiore in gola, un improvviso calo della pressione sanguigna, pelle pallida o labbra blu, svenimenti e vertigini. L’anafilassi deve essere trattata immediatamente con epinefrina (adrenalina), tipicamente somministrata in un auto-iniettore.

I sintomi di un’allergia alle arachidi possono includere:

  • vomito
  • crampi allo stomaco
  • indigestione
  • diarrea
  • respiro corto, difficoltà di respirazione
  • tosse
  • voce rauca
  • colorazione della pelle pallida o blu
  • gonfiore, che può colpire la lingua e/o le labbra
  • vertigine
  • confusione.

La diagnosi dell’allergia

La diagnosi di un’allergia alle arachidi può essere complicata. I sintomi possono infatti variare da persona a persona, e un singolo individuo può non sempre sperimentare gli stessi sintomi durante ogni reazione.

Ad ogni modo, se si sospetta di essere allergici alle arachidi, è bene prendere subito un appuntamento con un allergologo.

È anche bene tenere un diario alimentare prima dell’appuntamento e monitorare traccia delle eventuali reazioni. Se hai una reazione, prendi nota di:

  • cosa (e quanto) hai mangiato
  • quando sono iniziati i sintomi (dopo aver mangiato il cibo sospetto)
  • cosa hai fatto per alleviare i sintomi
  • quanto tempo ci è voluto prima che i sintomi si attenuassero

L’allergologo potrebbe raccomandare un test cutaneo o un esame del sangue per aiutare a diagnosticare se hai effettivamente un’allergia alle arachidi o un’allergia ad un’altra sostanza.

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Il trattamento dell’allergia

Per evitare il rischio di shock anafilattico, le persone allergiche alle arachidi devono fare molta attenzione a ciò che mangiano. Le arachidi e i prodotti a base di arachidi si possono trovare nelle caramelle, nei cereali e nei prodotti da forno come biscotti e torte. Pertanto, se si mangia fuori casa, è sempre opportuno domandare al personale del ristorante quali siano gli ingredienti utilizzati, e precisare la propria allergia. È anche opportuno riporre molta attenzione quando si mangia cibo asiatico e messicano, o di altre cucine in cui le arachidi sono comunemente usate. Anche le gelaterie possono essere una fonte di esposizione accidentale, poiché le arachidi sono un comune ingrediente.

Inoltre, si tenga conto che gli alimenti che non contengono arachidi come ingrediente possono comunque essere stati contaminati dalle arachidi nel processo di produzione o durante la preparazione del cibo. Di conseguenza, le persone che soffrono di allergia alle arachidi dovrebbero evitare i prodotti che riportano sull’etichetta dichiarazioni di cautela, come “possono contenere arachidi” o “prodotti in un impianto che utilizza ingredienti a base di arachidi”, e così via.

È anche vero che molti individui allergici alle arachidi possono tranquillamente consumare alimenti prodotti con olio di arachidi altamente raffinato, che è stato purificato, sbiancato e trattato per rimuovere le proteine delle arachidi dall’olio. L’olio di arachidi non raffinato – spesso caratterizzato come estruso, spremuto a freddo, aromatico – contiene invece ancora proteine di arachidi e dovrebbe essere evitato.

Si noti infine che sebbene alcune persone segnalano sintomi come eruzioni cutanee o contratture toraciche quando si trovano vicino al burro di arachidi o sentono l’odore del burro di arachidi, uno studio controllato con placebo su bambini esposti a contenitori aperti di burro di arachidi non ha in realtà documentato alcuna reazione sistemica.

Tuttavia, non si può escludere che le particelle di cibo contenenti proteine di arachidi possano essere trasportate dall’aria durante la macinazione o la polverizzazione delle arachidi, e l’inalazione di proteine di arachidi in questo tipo di situazione potrebbe causare una reazione allergica. Inoltre, gli odori possono causare risposte fisiche condizionate, come l’ansia, un’eruzione cutanea o un cambiamento della pressione sanguigna.

Si può prevenire l’allergia alle arachidi?

Secondo le linee guida oggi in vigore, un neonato ad alto rischio di sviluppare un’allergia alle arachidi è un bambino con grave eczema e/o allergia alle uova. Le linee guida raccomandano l’introduzione di alimenti contenenti arachidi già a 4 – 6 mesi per i neonati ad alto rischio che hanno iniziato a mangiare cibi solidi, dopo aver stabilito che è sicuro farlo.

Se il proprio bambino viene dunque individuato essere ad alto rischio, le linee guida raccomandano di fargli fare un test per l’allergia alle arachidi. Naturalmente, un test positivo da solo non prova necessariamente che il bambino sia allergico, e gli studi hanno dimostrato che i neonati che hanno una sensibilità alle arachidi non sono necessariamente allergici.

Per i neonati ad alto rischio, se il test cutaneo non rivela una grossa quantità di siero di latte, le linee guida aggiornate raccomandano che vengano nutriti con arachidi per la prima volta direttamente nello studio dello specialista.

Tuttavia, se la reazione del test cutaneo è evidente, allora le linee guida raccomandano di non perseguire un test orale, in quanto il neonato è probabilmente già allergico. Pertanto, un allergologo potrebbe in questo caso decidere di non far provare affatto l’arachide al bambino se già nota una reazione molto evidente al test cutaneo. Potrebbe invece consigliare al bambino di evitare completamente le arachidi a causa della forte possibilità di una preesistente allergia alle arachidi stesse.

I bambini a rischio moderato – ovvero quelli con eczema da lieve a moderato che hanno già iniziato a mangiare cibi solidi – non hanno bisogno di una valutazione come sopra. Naturalmente, in caso di sospetti di allergia, sarà opportuno parlarne con il pediatra e con un allergologo, al fine di accertare la condizione.

Pubblicato da Anna De Simone il 31 Marzo 2020