L’Orchidea Phalaenopsis è la più amata e anche la più diffusa in Italia, la si riconosce dai suoi fiori a forma di farfalla che possono assumere differenti sfumature. Esistono al mondo almeno una cinquantina di specie diverse di questo fiore, tutte originarie dell’Asia e dell’Oceano Pacifico.

Si tratta di una pianta che appartiene al genere delle orchidee e che, come spesso accade per questa famiglia, pretende delle cure particolari. Non è banale tenerla in casa, farla fiorire e farla durare nel tempo ma non è una missione impossibile. E’ però importante fare attenzione perché anche rispetto ad altre orchidee, siamo di fronte ad una specie particolarmente delicata e pretenziosa, una specie che va accudita e sistemata prendendo in considerazione i corretti consigli degli esperti.

Phalaenopsis: descrizione

Originaria solo di zone situate in Asia e negli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano, questa orchidea ha un nome che deriva dalle parole greche “phalaen”, che significa farfalla, e “opsis”, che significa “simile a”. E’ quindi ovvio che il suo fiore, come si nota dalla immagini, assomiglia ad una farfalla.

Si tratta di piante epifite, ciò significa che in natura crescono sulla corteccia degli alberi. Ha delle foglie grandi e carnose foglie e dei fiori che possono sfoggiare i più vari colori, con dimensioni anche esagerate, che vanno oltre i 10 centimetri di diametro.

Le Phalaenopsis sono piante a sviluppo monopodiale, hanno un solo rizoma da cui hanno origine le foglie, grandi, che spuntano in posizioni opposte. Hanno una forma ovale e simmetrica rispetto alla linea longitudinale, sono piuttosto resistenti, ne esistono di vari colori a seconda della specie ma prevale la colorazione verde scuro. Anche i fiori della Phalaenopsis possono avere delle sembianze diverse, a seconda della specie, ma di certo ci troveremo di fronte a dei fiori di considerevoli dimensioni e con colori straordinariamente vivi.

Si trovano in cima a degli steli che possono variare in lunghezza, dagli 8 ai 10 centimetri. Sempre sugli steli ci può capitare di trovare anche i “keiki”, nome con cui vengono indicate delle vere e proprie piantine nuove che con il passare dei giorni, se conservate, generano foglie e radici proprie. Un’altra particolarità di queste orchidee sono le radici aeree di grosse dimensioni e dall’aspetto resistente. Non lasciamoci ingannare sono delicate e vanno maneggiate con cura. Sono di solito di colore bianco ma possono anche diventare verdi se è in corso un’attività fotosintetica.

Phalaenopsis: cura

E’ molto importante la scelta della posizione in cui sistemare la nostra orchidea quando la si porta a casa. Una delle più frequenti cause di morta della Phalaenopsis è proprio una errata posizione che non le permette di crescere e di nutrirsi a dovere. Cerchiamo quindi di non sottovalutare questo aspetto considerando l’orchidea come un mero elemento di arredo. La cosa essenziale è che ci sia molta luce perché questa pianta ne ha fortemente bisogno. Troviamole quindi una collocazione che sia vicino ad una finestra, magari dietro ad una tenda, però, in modo che non riceva i raggi solari in modo diretto.

Abbiamo a che fare con delle piante originarie di luoghi molto caldi ed umidi, quando le curiamo non dobbiamo scordarcelo. Facciamo in modo che la temperatura dell’ambiente in cui si trovano sia elevata e che ci sia un adeguato tasso di umidità. Sto parlando di temperature di circa 28 gradi e di stanze in cui l’aria non deve mai essere secca. E’ quindi necessario umidificare costantemente l’ambiente durante il periodo invernale, tenendo comunque la pianta lontana dalle fonti di calore dirette come ad esempio il termosifone.

Anche l’irrigazione è un aspetto importante per chi vuole far fiorire come si deve una Phalaenopsis. Non deve essere frequente per evitare che le radici rischino di marcire dalla troppa acqua fornita. E’ difficile quantificare a tavolino le quantità di acqua necessarie, la cosa migliore è imparare ad osservare le radici e comprendere i bisogni della nostra orchidea. Se sono verdi, non è necessario fornire acqua ma se cominciano a diventare grigie, è ora di annaffiare. Ricordiamoci di non utilizzare acqua qualsiasi, prendendola dal rubinetto senza prima aver controllato che sia acqua non troppo calcarea perché potrebbe nuocere alla pianta. Meglio l’acqua piovana oppure quella demineralizzata.

Phalaenopsis: potatura

Dopo che l’orchidea è completamente fiorita, inizia a perdere i fiori ed è proprio questo il momento giusto per potarla e prepararla ad una nuova fioritura nell’anno successivo. Se si decide di recidere tutto lo stelo, l’orchidea produrrà tanti fiori di dimensioni più piccole, se invece si procede solo tagliando la parte superiore, sotto al nodo che precede il fiore, allora la seguente fioritura sarà singola ma molto più grande e anche più duratura.

Phalaenopsis: foglie gialle

Può capitare che compaiano delle foglie gialle. Non disperiamo subito, perché potrebbe essere una semplice sostituzione di foglie, senza che la pianta sia malata o sofferente. Sta nel ciclo della vita della pianta il fatto che le foglie più vecchie ingialliscano e cadano per lasciare spazio ad altre più giovani che nel frattempo si formano e avviano il processo di fotosintesi clorofilliana. Dobbiamo preoccuparci solo se compaiono prima delle macchie gialle e le foglie diventano gialle in modo non omogeneo né graduale.

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Pubblicato da
Marta