Pellettatrice domestica: tutte le informazioni sul dispositivo che vi consentirà di produrre pellet in casa a a partire da residui di legno e cellulosa. Prezzi, dimensioni e consigli per produrre pellet di qualità.
Il pellet rappresenta un biocombustibile sostenibile ed efficiente. Le sue dimensioni ridotte lo rendono facile da stoccare anche in ambiente domestico. A differenza della legna da ardere, il pellet offre una combustione pulita, omogenea e un’ottima praticità di impiego.
Il pellet ha un diametro e una lunghezza fissa. In genere il suo diametro varia dai 6 agli 8 mm mentre la lunghezza non è mai inferiore ai 10 mm e non supera mai i 30 mm. Le dimensioni rendono il pellet molto facile da maneggiare, trasportare e conservare anche in ambiente domestico.
Ogni anno, l’Italia assiste a boom di vendita di pellet. Il nostro paese è il primo consumatore europeo di pellet per uso domestico e vede consumi annuali pari a circa 2,5 milioni di tonnellate. Con la diffusione di termocamini e stufe a pellet, questo dato è destinato a salire.
La produzione di pellet avviene, generalmente, in ambito industriale sfruttando residui della lavorazione del legno grezzo. La popolarità del pellet è stata tale che molte aziende hanno pensato di proporre sul mercato delle macchine in grado di produrre pellet in casa.
Le pellettatrici di piccole dimensioni sono nate per uso domestico e le migliori riescono a produrre fino a 80 kg di pellet a ora. A condizionare la quantità di pellet prodotto non è solo la potenza del motore della macchina ma anche le materie prime impiegate e le temperature di esercizio.
Durante la fase di produzione con una pellettatrice domestica bisogna prestare attenzione alle temperature raggiunge dall’apparecchio. Una pellettatrice domestica, per restituire un pellet di qualità, dovrebbe raggiungere il valore ideale di circa 100 °C. Per capire se la pellettatrice è davvero buona, osservate il pellet che ha prodotto, deve essere compatto, con dimensioni costanti e presentare una superficie lucente.
Il pellet, se ben lavorato, deve presentare una patina lucida e liscia. La patina superficiale del pellet fatto in casa si forma a causa delle vetrificazione della lignina, fenomeno che avviene solo se il pellet è esposto a temperature adeguate.
Le materie prime che inserite nell’imbuto della pellettatrice domestica influenzano fortemente la qualità del pellet prodotto.
Se usate materie prime con un elevato livello di umidità, il pellet prodotto non produrrà molto calore e tenderà a sporcare la vostra stufa. In casa, tuttavia, non abbiamo a disposizione un impianto di essiccazione. Chi ha la fortuna di abitare in campagna, può accumulare durante l’estate i materiali di sfalcio e lasciarli seccare naturalmente al sole per tutti i mesi estivi.
Ricordate di pulire il materiale che inserite nella pellettatrice perché terreno e sassi possono indurre un’usura precoce della macchina. All’interno della pellettatrice dovreste inserire solo materiali ligno cellulosici e non sostanze come grassi animali, oli esausti e cere combustibili. Evitate anche di inserire legno riciclato di mobili, sedie e altri complementi d’arredo. Il legno dell’arredamento subisce molti trattamenti e con la combustione andrebbe a sprigionare un’enorme quantità di inquinanti.
Le pellettatrici domestiche hanno prezzi che oscillano tra i 3.000 e i 6.000 euro, alcuni modelli più accessibili si comprano con circa 2.500 euro. Queste macchine sono spinte da un motore elettrico da 3 o 4 kW. Sono leggere (pesano dai 110 ai 150 kg) e hanno dimensioni compatte (le più grandi raggiungono appena i 135 cm).
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