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Larve minatrici: rimedi e come eliminarle

Ci sono insetti buoni, che collaborano con noi nel coltivare ortaggi e piante con fiori e frutti, e poi ci sono quelli che minano alla loro salute, come le larve minatrici. Sì, una categoria di insetti da cui è necessario difendersi e che attaccano in pomodori come il basilico, come anche altre tipologie di piante. Andremo a vedere prima di tutto che caratteristiche hanno ma anche che sintomi riportano le piante che ne restano vittima, terminando con qualche consiglio su come difendersi.

Larve minatrici: insetti scavatori dannosi

Già il nome dovrebbe averci fatto scattare un campanello d’allarme, no? Questi insetti sono dei veri divoratori e vanno a danneggiare soprattutto le foglie, compromettendo la salute della pianta se non vengono bloccati in tempo. Si tratta delle larve di numerose farfalle e anche di microlepidotteri, ovvero di farfalle e insetti che non vanno oltre gli 8 millimetri di lunghezza. Si potrebbe dire che sono esserini tutta bocca visto quanto è grande il loro apparato boccale masticatore e quanto è potete, a vedere i danni causati quando infestano una piantagione o anche solo un piccolo orto domestico. Attaccano soprattutto alcuni tipi di piante di cui vanno particolarmente ghiotte, piante da frutto, come melo, pero, pesco, ciliegio, susino, albicocco, ma anche il pomodoro e alcune specie arboree e ornamentali.

Per nutrirsi e svilupparsi, e poi prendere il volo, divorano letteralmente le foglie scavando delle gallerie all’interno della lamina fogliare, la cui forma dipende dal corpo del lepidottero nello stato di larva. Quando una pianta viene attaccata, prima mostra delle foglie un po’ lucide e poi secche. La presenza di questo insetto causa un calo dell’attività fotosintetica della foglia, indebolisce parecchio l’intera pianta e fa sì che le foglie di secchino e cadano. Se la pianta è da frutto, cadono anche i frutti, molto spesso.

Mosche minatrici

Le mosche minatrici sono particolarmente affamate di quel bellissimo fiore che è il ciclamino. Ne scava sempre le foglie dall’interno e non è banale liberarsene, solitamente si riesce a farlo con l’utilizzo di prodotti fitosanitari adatti ai tripidi oppure con metodi provenienti dall’agricoltura biologica.

Le mosche minatrici sono sono dei Ditteri e appartengono alla famiglia degli Agromizidi, le loro larve sono esclusivamente fitofaghe, per cui scavano lunghe gallerie nelle foglie ma non solo. Quando sono affamate non stanno molto a guardare e attacano anche gambi, radici e tuberi. Sono piccole e difficili da individuare, un esemplare adulto non supera i 3,5 millimetri di lunghezza e presenta un corpo di colore nero o grigio arricchito da delle sfumature gialle, da cui partono due piccole ali. In media ogni mosca minatrice vive due settimane ed è attiva soprattutto durante la giornata, sia per quanto riguarda la ricerca di cibo che la riproduzione. La femmina quando deve deporre le uova scava un incavo ovale nella parte superiore della foglia ben visibile anche ad occhio nudo, danneggiandola. Sia la femmina che il maschio si nutrono delle foglie mangiandole dall’interno.

Le uova sono microscopiche per cui non provate nemmeno a identificarle, misurano meno di un millimetro e dopo un paio di giorni viene alla luce la larva biancastra, oppure tendente al giallo o al verde, lunga circa 5 mm e con un aspetto da salsicciotto. Proprio le larve sono le folli divoratrici di foglie: scavano gallerie lineari o tortuose che appaiono bianche con delle zone nere e umide e altre asciutte e più tendenti al marrone. Quando la larva si deve trasformare in mosca scava un buco a forma di semicerchio e fuoriesce dalla foglia per cadere sul terreno dove può avvenire la reale e definitiva metamorfosi. Ecco quindi le pupe, di colore bruno e simili a dei piccoli cilindri tozzi, lunghi massimo 5 mm.

Minatori fogliari del pomodoro

I minatori fogliari che se la prendono con il pomodoro sono quelli della specie “tuta absoluta”, originaria del Sudamerica ma diffusa anche dalle nostre parti da qualche anno. La troviamo indicata anche con il nome di ”tignola” o più semplicemente “farfallina del pomodoro”. Non fatevi ingannare da questo nome molto grazioso perché l’effetto dei suoi attacchi è decisamente devastante. I frutti vanno in necrosi oppure presentano dei fori all’esterno e dentro marciscono, diventando invendibili. Quando l’attacco è serio, può arrivare a compromettere anche il 70% di un raccolto e in casi estremi anche il 100%, anche perché è un insetto che si riproduce molto velocemente e in una sola stagione si possono arrivare a contare anche 10-12 generazioni di farfallina.

Anche in questo caso siamo in presenza di larve di lepidottero. La tuta absoluta in particolare ha sempre vissuto in tutto e solo il continente Sud-Americano, tranne che sulla Cordigliera delle Ande sbarcando solo nel 2006 in Spagna e conquistando tutta l’Europa, Italia compresa. Partendo dalla sfortunata Calabria. Come avremo tutti compreso ha l’aspetto di una farfallina, di circa 7 millimetri di lunghezza e con delle ali grigie con riflessi argentati e striature nere.

La femmina arriva a deporre anche 200 uova al giorno sulla pagina superiore delle foglie oppure anche sui frutti sia che siano verdi, sia che siano maturi. Quando le uova si schiudono, escono le larve che vanno all’attacco delle piante sempre scavando gallerie fino a quando non hanno completato il proprio sviluppo e sono pronte per prendere il volo. La vita media in totale non supera mai i due mesi e mezzo ma può ridursi anche a un solo mese, a seconda del clima.

Come eliminare le larve minatrici

Per sconfiggere queste larve e non trovarsi la piantagione oppure l’orto divorato “da dentro” da questo tipo di insetti, è necessario agire in modo organizzato, integrando diversi metodi in diversi periodi dell’anno, per salvare il proprio raccolto, grande o piccolo che sia.

Iniziamo verso il termine della stagione invernale lavorando in modo profondo il terreno perché la pianta si possa sviluppare bene, lasciando spazio alle radici e allo stesso tempo riducendo il numero delle crisalidi svernanti che potrebbero essere rimaste. E’ importante anche effettuare la pacciamatura, controllando la presenza di erbe infestanti in tutta l’area circostante. Possono aiutare anche le rotazioni colturali e l’eliminazione delle piante eventualmente attaccate, bruciandole se il regolamento vigente lo permette.

Esistono anche delle tecniche di difesa biologica dalle larve minatrici che risultano particolarmente utili perché questo tipo di insetti tende a resistere alle fitotossicità dei pesticidi. “Autorizzato” anche in agricoltura biologica, uno dei prodotti più consigliati ed efficaci è quello disponibile anche su Amazon di cui ti consigliamo di guardare la scheda prodotto: il Solabiol Insetticida Success Bayer Natria Bio

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Pubblicato da
Marta