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Insight: il primo esploratore robotico in arrivo su Marte

Il primo esploratore robotico sviluppato dalla NASA per studiare in profondità lo “spazio interno” del pianeta rosso è quasi giunto alla fine del suo viaggio, durato circa sei mesi. Ad affiancarlo anche due mini-veicoli spaziali chiamati Mars Cube One (MarCO) che trasmetterano sulla Terra i dati provenienti da Insight in tempo reale.

L’atterraggio è previsto per il 26 novembre 2018 intorno alle 20.40 (ora italiana) e sarà possibile seguire in diretta streaming l’intero processo.

Il processo di entrata in atmosfera dell’esploratore robotico viaggerà a una velocità di 19.800 chilometri orari, affrontando una temperatura di 1.500°C che potrebbe interrompere temporaneamente la trasmissione dei segnali radio. Allo stesso tempo si attiverà il radar per misurare la distanza dalla superficie; quindi, abbandonati il paracadute e il guscio posteriore, si accenderanno i retrorazzi per favorire il processo di atterraggio, che dovrebbe permettere al veicolo di raggiungere il pianeta rosso a una velocità di 8 chilometri orari per poi posizionarsi su Elysium Planitia, una vasta regione vulcanica in prossimità dell’equatore denominata come “il più grande parcheggio su Marte”.

“Atterrare su Marte è difficile, richiede abilità, attenzione e anni di preparazione”. Così ha dichiarato Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la direzione della missione scientifica presso la sede della NASA a Washington.  E poi ancora: “tenendo presente il nostro ambizioso obiettivo di mandare gli esseri umani su Marte, so che il nostro incredibile team di scienza e ingegneria farà tutto ciò che può per  far atterrare con successo Insight sul Pianeta Rosso”.

In realtà solo circa il 40% delle missioni inviate su Marte da un’agenzia spaziale ha avuto successo. Ecco perché gli ingegneri della NASA considerano questa sequenza (ingresso, discesa e atterraggio), che durerà circa 7 minuti, come la “fase più rischiosa dell’intera missione”.

Insight: obiettivi della missione

InSight fa parte del Discovery Program della NASA (2006) gestito dal Marshall Space Flight Center a Huntsville, in Alabama. Si tratta di un programma di studi altamente focalizzato che mira a produrre una maggiore conoscenza scientifica dell’origine e della storia del sistema solare esplorando i pianeti, le loro lune e i piccoli corpi (comete e asteroidi).

La missione Insight, acronimo di “Interior exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport” che tradotto significa “esplorazione degli interni che utilizza indagini sismiche, geodesia e trasporto di calore”, ha quindi due obiettivi ben precisi.

1. Comprendere la formazione e l’evoluzione dei pianeti terrestri attraverso lo studio della struttura e dei processi interni di Marte:

  • La dimensione del nucleo e il suo stato – liquido o solido.
  • Lo spessore e la struttura della crosta.
  • La struttura del mantello.
  • Quanto è caldo l’interno e quanto calore sta ancora attraversando.

2. Determinare l’attuale livello di attività tettonica e il tasso di impatto del meteorite su Marte:

  • Quanto potente e frequente attività sismica interna si trova su Marte e dove si trova all’interno della struttura del pianeta.
  • Quante volte i meteoriti colpiscono la superficie di Marte.

Studiando l’interno del Pianeta rosso, inoltre, la comunità scientifica spera di comprendere in che modo un pianeta in passato così simile alla Terra, caldo e dotato di acqua liquida sulla sua superficie, si sia evoluto nel corso di miliardi di anni fino ad arrivare allo stato di desolazione in cui lo si può osservare attualmente.

La durata prevista della missione è di circa due anni (pari ad un anno marziano).

Insight: Gli strumenti scientifici

L’esploratore robotico Insight, per scavare sotto la superficie e cercare le impronte digitali dei processi che hanno formato i pianeti terrestri, si servirà di tre strumenti davvero all’avanguardia:

  1. Il sismometro SEIS. Percepirà le onde sismiche per studiare la crosta di Marte e indicherà la temperatura, la pressione e la composizione di ciò che prima formava i pianeti rocciosi.
  2. La sonda HP3 per il flusso di calore. Indagherà su quanto calore sta ancora scorrendo fuori da Marte. Confrontando l’interno della Terra con quello di Marte, i membri del team di InSight sperano infatti di capire meglio il nostro sistema solare.
  3. Le antenne RISE. Queste misurazioni forniranno informazioni importanti sulla natura del nucleo interno di Marte, ossia quali altri minerali, oltre al ferro, possono essere presenti.

Come seguire in diretta le fasi dell’atterraggio

Tutte le informazioni sulle fasi di atterraggio saranno trasmesse in diretta streaming su NASA TV a partire dalle ore 12.00 di lunedì 26 novembre.

Le registrazioni on-demand saranno comunque disponibili successivamente sulle pagine YouTube e Ustream.

Questo evento straordinario verrà anche seguito e commentato su Focus (canale 35 del digitale terrestre) da Luigi Bignami, geologo e divulgatore scientifico, con lo speciale «Marte: missione “InSight”» dal centro di controllo Altec di Torino.

A cura di Christel Schachter

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Christel Schächter