Impronta idrica, che cos’è

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Impronta idrica, che cos’è: definizione, calcolo e stima dell’impronta idrica in Italia. Come limitare gli sprechi idrici e preservare l’acqua.

Impronta idrica, che cos’è

L’impronta idrica è la quantità di acqua consumata da un individuo, un insieme di persone o un’industria. Se quando si parla di emissioni nocive si fa riferimento alla quantità di gas a effetto serra immessi in atmosfera, quando si parla di impronta idrica si fa riferimento alla quantità di acqua consumata!

Impronta idrica, definizione

L’impronta idrica di un singolo, di una collettività, di un’impresa è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati da quell’individuo, comunità o azienda.

Seconda definizione

L’impronta idrica è l’indicatore di sostenibilità che permette di valutare il quantitativo totale di acqua consumato o inquinato per la realizzazione di un prodotto.

Impronta idrica Italia

L’acqua che impieghiamo tutti i giorni – per lavarci, cucinare gli alimenti, irrigare il prato o da bere – rappresenta solo una minima parte rispetto a quanta ne viene utilizzata ogni giorno nel mondo e nel nostro Paese.

Ogni anno, il wwf stila un rapporto che riferisce i dati del consumo idrico del nostro paese; il rapporto, intitolato  “L’impronta idrica dell’Italia” fa luce su quanta acqua viene consumata quotidianamente attraverso i cibi di cui nutriamo e in altri modi non sempre evidenti.

Sentiamo spesso parlare di impronta idrica alimentare o impronta idrica indiretta perché anche dietro i gesti più inaspettati si cela un consumo d’acqua. Si calcola che solo per la produzione, l’impronta idrica è di 70 miliardi di metri cubi di acqua all’anno. Per quanto riguarda il consumo, l’impronta idrica ammonta a 132 miliardi di metri cubi all’anno.

Consumo d’acqua in Italia

Un consumo di 132 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno è immenso… ma dove va a finire tutta quest’acqua? 

In Italia l’85% del consumo idrico si registra nel settore agricolo per l’irrigazione dei campi destinati all’alimentazione umana e destinati a fornire mangime al bestiame. Già, quindi quando consumiamo carni o latte aumentiamo -in modo indiretto- la nostra impronta idrica.

L’8% dei consumi d’acqua si registra nel settore industriale e solo il 7% in ambito domestico.

Per il fabbisogno idrico nel mondo, vi rimandiamo alla pagina: fabbisogno idrico mondiale.

Impronta idrica pro capite

Sulla base dell’impronta idrica registrata in Italia, si può stabilire che, nel normale svolgimento della sua vita quotidiana, ogni italiano ha un impronta idrica teorica di 6.000 litri d’acqua al giorno. Una quantità enorme!

Questo dato così impressionante, riguarda il consumo complessivo che si fa dell’acqua, in ogni sua forma. Come ormai dovrebbe esservi chiaro, non va calcolata solo l’acqua che si consuma in modo diretto. Ogni giorno, ognuno di noi consuma 6.000 litri d’acqua in modo diretto e indiretto, tenendo quindi conto anche dell’acqua impiegata per produrre e trasportare i cibi che mangiamo, dell’acqua usata per fabbricare la maglietta che indossiamo e per svolgere ogni tipo di attività.

L’impronta idrica degli alimenti

Cereali, frutta e verdure sono gli alimenti con il minore impatto in termini di consumo di risorse idriche. Viceversa, la carne e i derivati animali sono anche i cibi a cui è associata una maggiore impronta idrica.

L’impronta idrica di una dieta vegetariana o addirittura vegana, sarà indubbiamente più bassa dell’impronta idrica associata a una dieta carnivora. Tradotto in dati, il consumo di acqua per alimentarsi varia da circa 1.500-2.600 litri nel caso di una dieta vegetariana fino a raggiungere i circa 4.000-5.000 litri per una dieta ricca di carne.

Il dato più allarmante sta nella carenza d’acqua in alcune località del globo. Mentre noi italiani consumiamo (anche se solo virtualmente) 6.000 litri di acqua al giorno, un miliardo di persone, nel mondo, non ha accesso all’acqua potabile. Quasi 4 miliardi di persone non ha acqua a sufficienza o non ne può usufruire in modo costante. Cifre, che stando alle stime del wwf, sono destinate ad aumentare significativamente.

Le ricerche condotte da Un-Water (l’agenzia Onu che si occupa dell’emergenza idrica mondiale), hanno evidenziato che tra il 2025 e il 2030, la carenza d’acqua coinvolgere un terzo degli abitanti della terra e il restante 2/3 si ritroverà in condizioni di stress idrico. Bisognerebbe correre ai ripari il prima possibile! 

Per iniziare a ridurre gli sprechi: Come risparmiare acqua in casa.

Pubblicato da Anna De Simone il 10 Gennaio 2017