Granchio: caratteristiche e curiosità

Granchio

Anche se ha origini cinesi, il granchio è noto in tutto il mondo e non solo per via delle ricette con sui si può cucinare. E’ un animale di cui è interessante conoscere le abitudini e le caratteristiche e lo troviamo anche protagonista di diversi modi di dire, non solo italiani. Se pensavate di conoscere bene questo crostaceo, vi ricrederete dopo questo articolo.



Granchio: caratteristiche

Già scommetto che pochi sapranno che il nome scientifico di questo animale è Brachyura. Si tratta di un crostaceo che vive prevalentemente in acqua e, al di là della famiglia a cui appartiene, è caratterizzato dalla presenza di un robusto carapace e di due chele posizionate a ridosso delle zampe anteriori. I granchi sono in grado di vivere sia in acque salate sia in acque dolci, sono animali intelligenti e che sanno come cavarsela.

Oggi si contano ben 43 super famiglie di questo crostaceo, differenti in forma, dimensioni e abitudini, vivono un po’ in tutto il mondo ma possiamo considerare questo animale come originario della Cina. Guardandolo meglio proviamo a descriverlo, la maggior parte del suo ingombro è costituito dal carapace che gli attribuisce un aspetto più robusto che mai. Del resto è la sua protezione ma non appare smisurata o deformante, anzi, si integra bene con il resto dell’organismo e l’aspetto generale dell’animale è armonioso. Grazioso sarebbe un po’ esagerato, perché ci sono sicuramente animali più attraenti.

Il granchio “sotto” il carapace, semi nascosti, ha anche degli addominali ripiegati verticalmente mentre sono ben in evidenza le due chele anteriori. Sono il suo principale strumento sia quando si tratta di nutrirsi sia di difendersi. Non sono certo le uniche zampe che ha, ne possiede altre che servono soprattutto per nuotare e camminare, anche lateralmente. Non sottovalutiamo la loro importanza perché permettono a questo animale non poi così enorme di percorrere anche svariati chilometri in un solo giorno.

Non abbiamo ancora affrontato l’aspetto cromatico, difficile perché passando da una superfamiglia ad un’altra, e sono 43, le tinte variano parecchio, anche tenendo conto che alcuni esemplari vivono nelle acque dolci, altre in quelle salate. Possiamo quindi riassumere le possibili colorazioni contemplando tutte le sfumature che vanno dal viola al bianco.

Granchio: tipologie

Esistono diverse tipologie di granchi, definiti come “un infraordine di crostacei decapodi prevalentemente acquatici”. Possiamo dire che la maggior parte delle specie note sono notturne, per via del fatto che facendo le ore piccole hanno meno possibilità di incontrare dei potenziali predatori. Le numerose tipologie di granchi che possiamo incontrare si differenziano anche per via dell’alimentazione che può comprende sia animali, sia piante, sia perfino carcasse.

A loro volta i granchi come molti di noi sanno sono anche commestibili, in linea generale, anche se di fatto per chi ama questo alimento, esistono specie e specie. Ce ne sono alcune particolarmente pregiate, come ad esempio la granceola (Maja squinado), mentre altre sono più abbordabili e un po’ meno eccezionali al gusto.

Al di là delle tipologie di granchi che esistono in giro per il mondo, ciascuna con la propria personalità, proviamo ad interrogarci sul significato che ha assunto questo animale in varie discipline. Partiamo dall’araldica dove rappresenta la gravità di modi e di pensiero, lo si trova di solito in nero e posizionato in modo che la testa sia in alto.

In astrologia lo sanno quasi tutti che è il simbolo del segno zodiacale del cancro e anche entrando nella sfera linguistica ci si imbatte in un modo di dire piuttosto comune. “Prendere un granchio“, in italiano, indica l’aver compiuto un errore grossolano. Meno persone però sanno che in spagnolo “pensare all’immortalità del granchio” significa “sognare ad occhi aperti”.

Granchio: tipologie

Dalla linguistica alla letteratura il passo è breve, e troviamo i granchi tra i personaggi del noto poema greco intitolato Batracomiomachia (La guerra dei topi e delle rane”). E’ decisivo il loro intervento perché rovesciano le sorti della battaglia annientando i topi e regalando la vittoria alle rane. Forse qualcuno di voi invece che la versione originale, di questo poema conosce quella del nostro Giacomo Leopardi in cui i granchi rappresentano gli austriaci.

Granchio: curiosità

Prima di andare a curiosare su cosa mangia il granchio e su come noi lo mangiamo, sveliamo qualche indiscrezione su questo animale dal grande carapace, combattivo, maestro della mimetizzazione e abituato a lavorare in gruppo. E la sua riproduzione? Produce delle uova che sistema sotto la coda, quando si schiudono le larve si lasciano trasportare dalla corrente e sono piccolissime: superano i 3 mm solo dopo 9 mesi. Con gli anni gli esemplari maschi possono arrivare a pesare fino a 20 kg e ad avere un diametro di 35-40 cm.

Granchio: cosa mangia

Come abbiamo accennato prima, i granchi hanno un’alimentazione molto varia che comprende anche carcasse, larve e vermi, oltre a normalissime piante. Le specie “più onnivore” sono quelle che vivono ai tropici.

Granchio: ricette

Dopo aver visto come mangia il granchio, guardiamo come noi possiamo mangiare lui stando ben attenti a non confondere la sua polpa con il surimi che sono bastoncini di polpa di pesce (generalmente merluzzo) macinata tinta con colore alimentare. Differiscono per sapore ma anche per valore nutrizionale.

Troviamo varie ricette a base di granchio anche in Italia, oltre che Portogallo e in Spagna. Se facciamo un salto nei Paesi Baschi possiamo assaggiare dei golosi pintxos (tapas) con carne di granchio mentre in Portogallo questo carapace si gusta in una zuppa tipica chiamata cataplana. Al di là delle ricette tipiche della tradizione territoriale, possiamo trovare il granchio come ingrediente per insalate e zuppe, ma anche nelle tagliatelle alla polpa di granchio, un primo piatto gustoso e nutriente. Se non le avete mai assaggiate vi consiglio anche le polpette e le tartine farcite con i granchi.

Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su TwitterFacebookGoogle+Instagram

Pubblicato da Marta Abbà il 28 Dicembre 2018