Cos’è la Brucellosi e rischi per l’uomo

Cos’è la Brucellosi

È detta anche febbre maltese ma cos’è la brucellosi? Si tratta di una malattia infettiva che colpisce gli animali ma anche l’uomo può contrarla. Non se ne sente parlare molto ma vale la pena di conoscerla e capire quali sono i suoi sintomi e come può arrivare a noi.



Cos’è la brucellosi

Questa malattia è legata alla presenza di batteri gram negativi che si trasmettono dagli animali sia direttamente che indirettamente. Quelli che sono più frequentemente coinvolti sono soprattutto ovini, bovini e suini. I batteri più attivi in tal senso sono Brucella abortus, Brucella suis e Brucella melitensis, tutti appartenenti al genere Brucella.

Quando un esemplare animale contrae questa malattia ha diversi sintomi, uno dei più frequenti è l’aborto tardivo che può incorrere nel periodo finale di gestazione ma non solo. La malattia può manifestarsi anche con delle infiammazioni ai testicoli che possono causare anche dei problemi di fertilità. Non sempre i sintomi sono evidenti, la brucellosi può restare anche latente e in tal caso gli animali non mostrano alcun sintomo.

Come si trasmette la brucellosi

Quando un animale è stato contagiato da questa malattia ed è infetto, secerne sia dagli organi sessuali che dalle ghiandole mammarie l’agente patogeno quindi sono in grado di trasmettere la malattia con il loro sperma infetto oppure durante l’allattamento. In casi più rari il contagio può avvenire attraverso del materiale infetto, tramite lesioni cutanee oppure attraverso le mucose.

Ci sono dei Paesi che pongono particolare attenzione a questa malattia infettiva e come nel caso della Svizzera prevedono delle ufficiali dichiarazioni di indennità dalla brucellosi per bovini, ovini e caprini che vengono sottoposti a varie analisi a campione. .

Cos’è la brucellosi per l’uomo

Sono numerose le modalità con cui anche noi possiamo contrarre questa malattia. I soggetti più a rischio restano sicuramente le persone che lavorano a stretto contatto con questo tipo di animali (allevatori, veterinari, cacciatori e macellai) perché proprio il contatto diretto è uno dei modi più probabili per ammalarsi ma non il solo. Il contagio può avvenire anche se entriamo in contatto con le feci di un animale infetto o con le sue secrezioni. Se abbiamo una piccola ferita e non facciamo attenzione, possiamo contrarre la brucellosi anche durante la mungitura o se facciamo l’assistenza al parto. Proprio durante il parto il rischio aumenta perché l’ambiente della stalla si riempie di microbi e il batterio può attaccarci anche tramite mucosa congiuntivale o per via respiratoria.

Cos’è la Brucellosi

Chi non lavora con questo tipo di animali magari non sa nemmeno cos’è la brucellosi ma corre comunque un remoto rischio di ammalarsi ad esempio a seguito dell’ingestione di alimenti infetti, come latte fresco non pastorizzato e suoi derivati (formaggi freschi, gelati, panna e burro). Anche i vegetali possono essere veicolo di questa malattia ma solo nel caso raro in cui siano entrati in contatto con le urine infette di un animale. Le brucelle purtroppo nelle urine possono vivere per settimane mentre bastano temperature attorno ai 60-70 gradi per ucciderle e non resistono bene nemmeno ai succhi gastrici.

Come riconoscere la brucellosi nell’uomo

Per quanto riguarda l’uomo i sintomi sono numerosi e anche differenti. Uno dei principali è la febbre accompagnata da sudorazione notturna, inappetenza e disturbi gastrointestinali. Quando si trascura può diventare grave e cronica, andando a provocare anche dei problemi a livello psichico soprattutto di natura depressivo.

Le brucelle una volta penetrate nell’organismo umano vanno all’attacco dei linfonodi per entrare in circolo e diffondersi negli altri organi. Quelli che vengono più spesso infettati sono quelli ricchi di tessuto reticolo-endoteliale, come il fegato e la milza.

Solitamente la febbre compare dopo circa 10-20 giorni dall’infezione e va e viene fino a quando non la curiamo. Ci sono episodi frequenti di sudorazione abbondante, sintomi di debolezza e momenti di malessere generale con dolori ai muscoli e alle articolazioni ma anche perdita di appetito, vomito, stipsi o diarrea o altri problemi gastrointestinali.
Questi sono i principali sintomi ma a seconda del soggetto possono variare come forma e intensità.

Come si cura la brucellosi

Il trattamento principale che viene prescritto è quello antibiotico che fa scomparire i sintomi entro poche settimane che la persona infetta non ha precedenti problemi di salute. Gli antibiotici agiscono soprattutto sulla febbre ma vanno presi per almeno 4 settimane.

Molto importante anche la prevenzione, insistendo sulle modalità di allevamento e produzione zootecnica, insistendo soprattutto sulle vaccinazioni del bestiame, sulla pastorizzazione o sulla sterilizzazione del latte come anche sui controlli sanitari. Anche lato sensibilizzazione dei lavoratori, è necessario fare parecchio, spiegando che sono necessarie la sterilizzazione del materiale contaminato e delle stalle e l’abbattimento degli animali infetti ma anche il semplice uso di guanti ed altri presidi di protezione. Tutte queste azioni hanno negli ultimi anni fatto diminuire i casi di brucellosi “umani” in Italia e anche negli altri paesi europei.

Pubblicato da Marta Abbà il 19 Febbraio 2020