Cavallo Albino: caratteristiche

Cavallo Albino accarezzato

Quando parliamo di Cavallo Albino dobbiamo distinguere in che senso lo stiamo intendendo, ovvero se vogliamo parlare della razza, oppure del Cavallo di nome Albino che è entrato nella storia per le sue imprese ma che non è per nulla bianco di pelo.



Se intendiamo la razza, è americana e si chiama American White, sta ad indicare un cavallo con il pelo bianco latte e gli occhi azzurri molto chiari molto sensibili al sole. Ufficializzata verso il 1900, questa razza è caratterizzata da carattere docile e mansueto e un fisico robusto e forte proprio come lo è stato il capostipite Old King. Se andiamo a guardare la genetica possiamo dire che i cavalli di razza albina pura sono rarissimi da poter incontrare e si riconoscono perché detengono il gene dominante bianco (W), per il resto si tratta molto spesso di cavalli che sembrano bianchi ma in verità sono cavalli cavalli grigi, il cui manto è diventato bianco.

Cavallo Albino: origini

Abbiamo spiegato che questa razza è nata di recente in America, quando è stata fondata anche la Albino American Association per definirla, perché altrimenti l’albino sarebbe semplicemente il colore di un mantello. Per cercare di capirci un po’ di più possiamo andare ad indagare le caratteristiche del capostipite, dello stallone Old King, che molti ritengono sia di sangue Arabo e Morgan.

Cavallo Albino: caratteristiche

Come animale è mesomorfo, è caratterizzato dal colore del mantello più di ogni altra cosa che deve essere bianco latte oppure color crema. Per quando riguarda le sue misure, lo standard indica un’altezza media al garrese di circa 150 – 158 cm e un peso attorno ai 500 kg. Se andiamo a guardare le sue caratteristiche morfologiche possiamo affermare che esistono diverse conformazioni che l’Albino può assumere passando da quelle del Quarter Horse, o del Morgan, oppure anche del purosangue inglese e all’arabo.

La testa di solito è corta e ha delle ganasce muscolose ed evidenti, gli occhi azzurri sono molto grandi e raramente possono essere anche neri oppure color nocciola anche se il colore chiaro è prevalente. Le narici sono grandi, il garrese è mediamente sviluppato, le spalle sono muscolose e forti mentre la groppa abbastanza lunga e termina con una coda folta e di media lunghezza. Come tutto il resto del fisico, anche gli arti sono strutturati e muniti di avambracci molto espressi.

Cavallo Albino: attitudini

Un cavallo con queste caratteristiche è estremamente versatile ma possiamo segnalare che le discipline in cui eccelle sono il salto ostacoli, il dressage e tutte le discipline western. E’ un ottimo cavallo anche quando si tratta di apprender esercizi per cui è stato molto sfruttato anche a Hollywood, inoltre è un cavallo da esibizione e viene usato nei circhi e in esercizi di destrezza.

Cavallo Albino nella storia

Quando Cavallo Albino non sta ad indicare la razza americana che abbiamo descritto fino ad ora, allora ci si sta riferendo al cavallo dal nome Albino, noto anche come Albino il cavallo d’Italia. Questo animale non ha molto della razza che abbiamo raccontato perché è chiaramente un cavallo baio maremmano che dopo essere cresciuto con il bambino-proprietario fu requisito dall’Esercito per la guerra e raggiunse poi dal ragazzo ormai cresciuto arruolatosi per condividerne la sorte nelle lontane steppe russe.

C’è anche un libro che ne narra le vicende, risalente al 1958 e anche ripubblicato a puntate su Il Corriere dei Piccoli nel 1962 ma la storia vera è più appassionante e ricca di episodi leggendari. Il cavallo Albino è nato 1932 e fin da puledro viene inserito nella Savoia Cavalleria anche se aveva dei problemi di vista a un occhio, problemi che non gli hanno impedito di prestare servizio in modo estremamente importante.

Cavallo Albino

Questo cavallo seguì il Reggimento nella nota campagna di Russia (1941-1943) e giocò un ruolo da protagonista a Isbuschenskij, perché riuscì a salvare la vita di migliaia di soldati italiani in pericolo quando i nemici riuscirono a sfondare il fronte. Il nostro Albino era nel 2° Squadrone, montato dal sergente maggiore Giuseppe Fantini. Partecipò con coraggio alla carica e rimase ferito, ma una peggior sorte la ebbe il suo padrone che morì sul posto. Il cavallo riuscì poi a rientrare in Italia con il Reggimento e visse i tempi drammatici dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 dalla parte della R.S.I., inquadrato nello Squadrone autonomo Stato Maggiore Esercito e si arrese ai reparti alleati, con gli onori militari, presso il Comando di zona di Via Verdi, a Milano.

Terminata questa parentesi gloriosa, fu venduto ad un contadino e iniziò una seconda carriera molto più tranquilla, trainando un carretto. Fino a quando non fu visto a Somma Lombarda dal vecchio comandante del Reggimento, il colonnello Alessandro Bettoni Cazzago, e dal vecchio comandante del suo Squadrone, il capitano Francesco Saverio De Leone. Assieme ad altri cavalli venne acquistato e trasferito poi dalla sede storica di Milano a Merano. Ecco la terza vita di Albino che a questo punto ha potuto trascorrere momenti sereni circondato da tante attenzioni e con una “casetta -box” tutta suo, fra i carri armati, con le pareti foderate di fotografie e letterine che i bambini gli scrivevano da varie parti d’Italia.

Il celebre cavallo morì il 21 ottobre 1960, dopo tante avventure spericolate, semplicemente di vecchiaia. E’ stato imbalsamato e ora si trova nel museo del Reparto.

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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Luglio 2020