Cashmere: caratteristiche e vantaggi

Cashmere

Uno dei materiali più richiesti e apprezzati nella stagione delle temperature fredde è il cashmere. Maglioni e maglie, sciarpe e vestiti. È una sicurezza morbida in cui rifugiarsi quando il freddo fa capolino e fino almeno ad inizio febbraio non ci abbandona. Sempre più negozi lo vendono, bancarelle e shop on line, è importante essere consapevoli che non sempre si tratta di materiale di qualità, dobbiamo imparare a riconoscerlo e scegliere quello che vale la spesa. Maglioni a prezzi stracciati di queste fibre non esistono e la qualità ha un prezzo ma dura. Si tratta di vestiti che per tanti inverni continueranno a proteggerci.



Cashmere: caratteristiche

Il nome di questo materiale è legato all’animale da chi viene ricavato. Le sue fibre sono infatti provenienti dal vello di capre appartenenti ad una specie molto particolare, allevata in paesi come Iran, Russia, Afghanistan, Turchia e India. Di solito vengono chiamate capre cashmere, in inglese Kashmir goats.

Non tutte le capre di questa specie producono fibre della stessa qualità, alcune ne hanno di più pregiata ed è proprio il caso delle capre che vivono sugli altopiani della Mongolia Interna cinese. Le fibre ricavate dal loro mantello sono particolarmente fini, arrivano addirittura a misurare 14 – 15 µ, e anche uniformi e lunghe. Questo si traduce in maglioni e vestiti particolarmente morbide e vellutate al tatto.

Kashmir goats

Restiamo in Mongolia per osservare come il vello di questi animali possa essere trasformato in lana. Qui si producono ben due tipi di fibra, quella brown e quella white, a seconda che ci si trovi nella parte Nord, del deserto del Gobi, o Sud, nell’Inner Mongolia. La white è la più preziosa in assoluto.

In queste zone fa davvero molto freddo e le capre si muniscono di ben due manti, un doppio strato. Il primo è quello che si vede all’esterno e che è più ruvido, composto di peli grossolani, poi c’è il pelo più tenero che assomiglia più che altro ad una lanugine corta, sottile e molto calda, che è a contatto con il corpo ed è detta “duvet”. Il periodo adatto alla raccolta del pelo è la primavera quando i pastori cominciano a tagliare la parte esterna del pelo e poi arrivano a quella più soffice, da raccogliere con dei lettini a denti lunghi.

Cashmere

Viene il momento di dividere il pelo esterno dal duvet conservando separatamente quest’ultimo che è poi quello da cui si ricava il vero cashmere. Dopo il taglio del pelo seguono il lavaggio e poi la degiarratura, un processo che rende le fibre più pure ed elimina quanti più peli neri e giarre possibile. È una bella selezione che assicura un materiale puro e di qualitá ma che abbatte anche le quantità prodotte. Una singola capra della Mongolia produce al netto della degiarratura solo circa 150-200 grammi di fibra di cashmere utilizzabile su circa 2 chili di mantello integrale. È circa il 10% e un altro 10% di questa quantitá conservata, inevitabilmente va perduta durante la filatura.

Cashmere: vantaggi

Dai numeri che abbiamo appena visto avrete inteso che non è affatto banale ottenere del cashmere, motivo per cui se è di qualità non può non costare parecchio, nonostante le leggi della concorrenza e del mercato. Messo a confronto con la lana, però, questo materiale risulta evidentemente di tutt’altro stampo. È più morbido e brillante, ha toni più lucidi ed è anche isotermico. Questi sono pregi che si notano subito, al tocco e alla vista, senza essere dei grandi esperti.

Se si proseguono le analisi, con il microscopio, si può notare il pelo è composto da scaglie meno nette rispetto a quelle della lana e con margini distanziati e con angoli lisci. Questa la ragione della sua qualità unica.

Tra i vantaggi del cashmere primo tra tutti troviamo certamente la morbidezza e non è solo un capriccio o un lusso, ma una comodità e un comfort quando si indossa un capo di questo materiale e si nota che la nostra pelle ne gradisce la delicatezza. Con pelli molto sensibili il cashmere è una delle poche fibre indossabili.

Visto che si tratta di indumenti invernali, è naturalmente importante che abbiano la capacità di mantenere una temperatura costante. Queste fibre hanno il vantaggio di termoregolarsi per cui in inverno tengono caldo e in estate sanno essere più fresche, si adattano al contesto, inoltre assorbono l’umidità sia interna – il sudore – che esterna, perché igroscopiche, e non attirano la polvere perché non sono soggette né a campi
elettromagnetici né elettrostatici.

Se vi è già capitato di acquistare e lavare un capo di puro cashmere avrete notato il suo strano atteggiamento quando incontra l’acqua. Le sue fibre reagiscono allentandosi quando si bagnano. Questo significa che si infeltriscono molto meno della lana, grazie alle scaglie di diversa natura che solo al microscopio si notano. Oggi poi chi ama vestirsi con fantasia, trova nel cashmere tante tinte in cui spaziare, almeno 7 dal bianco al marrone, al grigio al rossiccio, durevoli.

Se vi state chiedendo se esistano dei difetti, la risposta è si. Questo materiale non è resistente come la lana purtroppo, e non dura per sempre ma se lo laviamo con cura e lo conserviamo con ordine proteggendolo, resta con noi per tante stagioni. E poi c’è il problema del pilling uno dei difetti più frequenti. Si tratta della comparsa di peluria e piccole palline di fibra man mano che si utilizza un certo capo di questo materiale. Man mano che questo fenomeno aumenta e prende il sopravvento, il nostro maglione apparirà più vecchio e malandato. Grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca, oggi si riescono ad ottenere fibre sempre più resistenti a questo fenomeno.

Cashmere: come scegliere

Quando ci troviamo davanti a dei capi di cashmere, per valutarne la qualità dobbiamo basarci su alcuni precisi criteri. Esiste infatti un vero e proprio standard per la classificazione della bellezza e quindi del prezzo di questa materia prima. Ciò che si va a valutare sono il colore, la purezza, la finezza e la lunghezza. Il migliore è quello più chiaro, sottile e lungo, senza giarre né peli neri. Ovviamente avrà il suo prezzo.

Ci sono anche dei trucchi per capire se il capo che stiamo acquistando sia davvero proveniente dalla Mongolia. In teoria sarebbe importante che i produttori e importatori di maglieria indicassero per ogni prodotto la provenienza della materia prima e del filo, assieme al luogo di confezionamento del capo finito, se fibra lunga o corta, se puro cashmere. Insomma tutte le informazioni necessarie al cliente finale per valutare, un po’ come capita con i prodotti alimentari che per legge devono avere delle etichette molto precise.

Pubblicato da Marta Abbà il 19 Dicembre 2019