Carenza di Vitamina D: cause e conseguenze – Una scarsa esposizione alla luce del sole può causare una carenza di vitamina D ma ci sono altri possibili motivi da prendere in considerazione. Di certo non bisogna trascurare questo problema perché può anche causare problemi cardiovascolari altre malattie gravi.
Meglio quindi approfondire perché a volte uno stile di vita sano può darci una mano e sistemare tutti i parametri, senza costringerci a correre ai ripari quando la situazione è già compromessa.
La condizione di scarsità di vitamina D può essere definita anche ipovitaminosi D e può dipendere sì da una insufficiente esposizione solare ma anche da una dieta sbagliata oppure da patologie che riguardano i reni o il fegato. Anche alcuni farmaci possono causare un calo dei livelli di vitamina D.
In base agli studi della Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) l’80% della popolazione italiana presenta carenze di vitamina D, in particolar modo nel corso dei mesi invernali.
Per parlare di carenza è necessario da parte dei medici fare una valutazione oggettiva della situazione, serve quindi misurare i livelli sanguigni di calcidiolo, anche noto come 25-idrossicalciferolo.
La carenza di vitamina C può manifestarsi con la comparsa di rachitismo per bambini e adolescenti, oppure con forme precoci di osteomalacia e osteoporosi, in età adulta o avanzata.
I sintomi che possono indicare una carenza di vitamina D sono purtroppo identificabili solo quando i livelli sono già scesi in modo significativo rispetto al minimo necessario. Eccone alcuni:
Per evitare di restare con dei bassi livelli di vitamina D è sicuramente necessario prendere molto sole ma non basta. E’ essenziale anche mangiare in modo equilibrato. Detto ciò, non è facile stare molto al sole in alcune situazioni. Per chi abita in Italia può suonare strana la cosa ma proviamo a pensare a chi vive in zone molto distanti dall’equatore, ad esempio. Anche lo stile di vita conta e chi lavora in un ufficio al chiudo per molte ore, da mattina a sera, ha poche possibilità di stare all’aria aperta.
Una delle cause di scarsa vitamina D può essere anche un minore assorbimento intestinale. E poi ci sono le cause patologiche che possono riguardare le malattie epatiche o le malattie renali. Ci sono infine alcuni farmaci che vanno ad inibire il metabolismo di questa vitamina come ad esempio alcuni antivirali e alcuni farmaci anti rigetto.
Tutti noi siamo chiamati a seguire le indicazioni riguardanti stile di vita e alimentazione, ma a volte ci sono dei fattori di rischio che non dipendono strettamente da noi. I soggetti più anziani possono avere meno vitamina D perché la cute perde parte della sua efficienza produttiva. Anche la pelle scura può essere un problema in tal senso perché ha una minore efficienza produttiva cutanea. Malattie come osteoporosi e morbo di Crohn o celiachia, compromettono l’assorbimento della vitamina D e creano degli scompensi. Chi ha un bypass gastrico deve imparare a gestirsi perché la sua efficienza di assorbimento è più bassa della media.
Alcuni fattori di rischio sono in parte dipendenti da nostre scelte, invece, e possiamo intervenire. Ad esempio smettendo di fumare o mantenendoci ad un peso corretto e non bevendo in modo esagerato degli alcolici.
Esistono una serie di fattori di rischio che possono essere cause di carenza di vitamina D, oltre alla già citata carenza di esposizione alla luce solare. Eccone alcuni:
Un ridotto apporto di vitamina D può portare a gravi disturbi come osteoporosi e rachitismo, ma anche semplicemente a debolezza muscolare.
Supplementi di vitamina D sono particolarmente importanti per bambini e adolescenti a garanzia di un corretto sviluppo della struttura ossea e dell’efficienza dei muscoli.
Altri soggetti che spesso presentano livelli insufficienti di vitamina D sono le donne in menopausa che rischiano di avere problemi di fragilità alle ossa.
Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism e condotto in Spagna, dal gruppo del dr. José Hernández, dell’Università della Cantabria a Santander ha individuato una correlazione tra carenza di Vitamina D e COVID-19.
Lo studio ha infatti accertato che oltre l’80% dei pazienti ricoverati per Covid ha una carenza di vitamina D.
Il gruppo vitaminico D presenta le seguenti principali forme:
Perché è così importante la vitamina D per la nostra salute? Andiamo a vedere meglio perché questa vitamina associata sempre al sole, ha delle proprietà molto varie. Questo composto organico liposolubile ad esempio favorisce la crescita ossea nei bambini e in generale rinforza le ossa perché favorisce la deposizione del calcio a livello del tessuto osseo. Promuove l’assorbimento del calcio a livello intestinale e il riassorbimento di calcio e fosforo a livello renale, inoltre mantiene nella norma i livelli ematici di calcio e fosforo.
La vitamina D, inoltre, stimola la produzione di serotonina, l’ormone della felicità.
Per assicurarsi un buon livello di vitamina D è importante sì stare al sole ma anche mangiare in modo adeguato, seguendo una dieta ricca di alimenti con questa vitamina. L’olio di fegato di merluzzo ne è pieno ma ne esistono altri più gradevoli e quasi altrettanto validi.
Concludiamo con una carrellata di cibi che contengono questa vitamina in modo che possiate subito correggere la vostra dieta in modo piacevole, se possibile. Non è semplice come con altre vitamine, questa ricerca, perché troviamo nella lista una serie di alimenti davvero difficile a partire dal primo che è l’olio di fegato di merluzzo. Poi si prosegue con i pesci grassi ( in particolare sgombro, aringa, tonno, carpa, anguilla, pesce gatto e salmone), ostriche e gamberi.
Chi non ama il pesce può contare su formaggi grassi, burro, tuorlo d’uovo, carne di fegato e funghi. Faccio notare che l’unica fonte vegetale di vitamina D sono proprio i funghi che diventano così essenziali per chi ha scelto di seguire una dieta vegetariana. Ci sono anche degli alimenti che possiamo trovare arricchiti da vitamina D e che potrebbero venire in nostro aiuto, soprattutto se non mangiamo pesce. Mi riferisco ad esempio al latte di soia, al latte di mucca, al succo d’arancia, ai cereali e alla farina d’avena.
La carenza di Vitamina D viene considerata tale quando la concentrazione scende al di sotto dei 10 ng/ ml. Tra i 10 e i 30 ng/ ml la concentrazione è ancora insufficiente mentre il livello ideale è raggiunto con una concentrazione tra 30 e 60 ng/ml.
Per aumentare la concentrazione di vitamina D nel proprio corpo, come abbiamo anticipato sopra, è consigliabile trascorrere un buon numero di ore al sole e seguire una dieta che contenga alimenti ricchi di questo prezioso elemento.
In aggiunta è possibile assumere integratori appositamente prodotti che in aggiunta alla vitamina D possono contenere anche altri elementi preziosi.
Un esempio è l’integratore di vitamina D3, K2 e Omega3 prodotto dall’azienda specializzata Puretanicals e in vendita in questa pagina di Amazon.
L’integratore proposto da Puretanicals, prodotto in Germania, rispetta i più alti standard di qualità ed è certificato ISO e GMP.
Soprattutto negli Stati Uniti, ma ultimamente anche in Italia, è possibile trovare nei supermarket prodotti arricchiti di vitamina D, tra cui latte, succhi di frutta e cereali.
Questi prodotti iniziano a diffondersi anche nel nostro paese per cui possono essere un’ulteriore opzione per integrare la propria dieta in modo efficace.
Le vitamine D2 e D3 sembrano svolgere un’intensa attività antitumorale in base a diversi studi. In particolare, la vitamina D sarebbe in grado di proteggerci dal cancro del seno, dell’intestino, del rene e del pancreas.
Come agisce contro i tumori? Diversi studi medici hanno evidenziato ben due meccanismi. Da un lato, questa vitamina inibisce la produzione di nuovi vasi sanguigni bloccando la neoangiogenesi. La neoangiogenesi è uno dei meccanismi che consente al tumore di svilupparsi ed espandersi.
Le cellule del nostro organismo sono messe in reciproca comunicazione mediante delle strutture dette “gap junctions”. Le vitamine D2 e D3 stimolano l’aderenza tra le cellule. Lo stretto contatto tra le cellule adiacenti, all’interno di un tessuto, andrà a contrastare la proliferazione anomala delle cellule, riducendo così il rischio di tumore.