Categorie: Agricoltura

Bioenergy Project, biogas dall’agricotura

Per rilanciare l’economia locale e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, gli agricoltori polacchi hanno ben pensato di installare un impianto a biogas di 1,99 Megawatt. L’impianto è situato nella città di Rowa Mazowiecka, 80 km a sud-est di Varsavia. Il prossimo step sarà il collegamento dell’impianto alla rete locale di teleriscaldamento per i residenti della zona.

L’impianto, che si trova nel villaggio di Konopnica, utilizza un sistema innovativo di fermentazione a secco. Tale tecnologia è capace di trasformare gli scarti agricoli in un biogas rinnovabile che viene utilizzato come combustibile. Come l’Italia, anche la Polonia ha obiettivi ambientali,in accordo con la strategia “Politica Energetica 2030” si prevede un ampio impiego di biogas così da diversificare ulteriormente le fonti energetiche.

Il biogas prodotto viene utilizzato per azionare due motori a gas GE Jenbacher J320, approvati ecomagination. La tecnologia GE genera energia elettrica e termica affidabile, con un’efficienza elettrica del 40,8 % e un’efficienza totale pari all’86,6 %.

La fermentazione a secco è un nuovo processo per la produzione di biogas dai rifiuti organici. Durante tale processo non avviene alcuna estrazione o aggiunta di materiale dalle cella di fermentazione, in tal modo si ha la possibilità di trattare substrati a elevato contenuto di sostanza secca, non vi è la necessità di miscelare i rifiuti ne’ di utilizzare pompe, ne consegue così un risparmio energetico nel processo fermentativo.

Un altro vantaggio della fermentazione a secco è che la produzione di biogas continua anche se nelle biomasse selezionate vi sono sostanze estranee o inerti come plastiche o grossi componenti in legno.

L’impianto di Konopnica fa parte del Progetto Bioenergy, piano mediante il quale si vorrebbe rilanciare l’economia locale. Con Bioenergy Project si dà agli agricoltori la possibilità di sfruttare tutto ciò che offre la terra per la produzione di biogas.

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Pubblicato da
Anna De Simone