Molto comune nelle aree montane dell’Europa, dell’America del Nord e dell’Asia, l’aconito per molto tempo è stato protagonista di alcune pratiche usate e suggerite dalle varie medicine popolari. Lo si usava, e forse ,lo si usa ancora, in alcuni riti religiosi e sciamanici. A dir la verità c’è stato un periodo in cui questa pianta è stata utilizzata anche dalla medicina tradizionale, in particolare per il trattamento di dolori di origine nevralgica. Poi si è smesso, vedremo a breve perché.

Aconito napello

Il nome corretto, completo e scientifico, è “Aconitum napellus” ma lo chiamano tutti aconito napello o direttamente aconito. Si tratta di una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae. LE sue sembianze sono piacevoli e non si direbbe che si tratti di una pianta tossica, ha un aspetto senza dubbio ingannevole, non c’è che dire. Ecco però che si spiega subito perché questa pianta non è più stata utilizzata dalla medicina tradizionale, valutando che i benefici apportati non valevano la pena di rischiare l’intossicazione. Oggi troviamo l’aconito utilizzato solo in ambito omeopatico, con non una ma diverse applicazioni.

Aconito: veleno

Gli effetti tossici a livello del cuore e del sistema nervoso sono dovuti principalmente all’aconitina, alla mesaconitina e all’ipaconitina ma sembra che tutti gli alcaloidi dell’aconito risultino essere tossici.

In particolare l’aconitina è un alcaloide che fa aumentare la permeabilità delle membrane cellulari per gli ioni sodio e ne ritarda in tal modo la ripolarizzazione. Ecco perché in prima battuta si ha un effetto stimolante a cui poi fa seguito la paralisi sia delle terminazioni nervose periferiche, sia del sistema nervoso centrale. Per quanto riguarda gli effetti tossici a carico del cuore, possiamo dividerli in quelli per dosi basse e quelli per dosi più elevate. Nel primo caso si hanno problemi di bradicardia ed ipotensione, nel secondo caso, con alte dosi, si inizia con la tachicardia e si termina con l’arresto cardiaco.

L’aconitina è considerata estremamente tossica, la dose letale per l’uomo è di appena 3-6 mg, corrispondenti a circa 3-4 grammi di tubero fresco. Davvero pochi, ecco perché con l’aconito non si scherza ed è meglio starci lontani. Pensate che è considerata come pianta il secondo veleno vegetale più attivo del mondo, il primo se proprio ci tenete a saperlo, sarebbe la nepalina. E’ un alcaloide contenuto in un’altra specie di aconito, il Ferox del Nepal, ma non nel Napello.

Aconito: pianta

Pianta erbacea e perenne, l’aconito arriva anche ad altezze considerevoli, possiamo trovare degli esemplari alti un metro e mezzo anche se molto più spesso resta alto un metro o poco meno, Dai suoi fusti spuntano foglie larghe palmatosette, alterne e variamente incise. In estate, o in tarda primavera, spuntano anche i fiori, peduncolati e di colore blu-viola nel caso del napello mentre in altre specie il colore può variare virando anche verso il giallo. La parte di fusto che non vediamo è un rizoma tuberoso fusiforme e le radici sono secondarie da rizoma.

Aconito: medicina tradizionale

Oggi non è utilizzato nella medicina tradizionale ma in passato lo è stato, vediamo in che contesti. Veniva usato per via topica, ad esempio per il trattamento dei dolori reumatici, ma i casi più frequenti di impiego riguardano le nevralgie del trigemino. Sembra che l’aconito fosse in grado di dare sollievo dagli stimoli dolorosi dando una sensazione di bruciore e pizzicore, causata dell’iniziale azione stimolante esercitata dalla stessa aconitina.

Quando si è appurato che questa pianta aveva dei principi tossici che potevano essere assorbiti per via transcutanea, si è deciso di bandire le preparazioni a base di aconito a meno che non fossero lasciate sulla pelle solo per breve tempo. Guai però ad applicarle sulla cute lesa. Alla fin fine con l’andare degli anni si è deciso di abbandonare definitivamente e completamente l’uso di questa pianta nonostante i suoi effetti, E’ stato deciso che non valeva la pensa di rischiare. E’ rimasta in uso solo in ambito omeopatico.

Aconito: omeopatia

Come è noto, quando si parla di omeopatia si parla di preparati in cui l’ingrediente attivo è presente ma in modo estremamente diluito. Si hanno quindi dei rimedi ottenuti dalla tintura madre, non velenosi, nel nostro caso dalla tintura madre di aconito napello fresco, raccolto alla fine del periodo di fioritura.

Possiamo oggi trovare in commercio dei preparati omeopatici a base di aconito, ci possono essere consigliati se abbiamo dei dolori di origine nervosa, malattie infiammatorie acute e palpitazioni cardiache associate ad ansia. Come abbiamo accennato, l’aconito era utilizzato anche nella medicina popolare, in primo luogo per il trattamento di dolori nevralgici ma anche per quelli muscolari, oltre che per le infiammazioni cutanee.

E nei riti sciamanici? Anche in questo caso è stato impiegato in abbondanza, in unguenti e pozioni varie come l’elisir della giovinezza e il siero della verità. Per chi ci crede…

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Pubblicato da
Marta