Le 12 cattive abitudini che ci fanno sembrare più vecchi

ragazza sola
12 cattive abitudini che ci fanno sembrare più vecchi – 
Siamo un popolo di persone anziane e questo è risaputo. Ma è pur vero che oggi il concetto di anzianità tende sempre più a distinguersi dal concetto di mera età anagrafica. Oggigiorno non è facile definire chi sia una persona anziana se non chiariamo almeno da quale particolare momento della sua vita abbia cominciato a esserlo. Risulta quindi fondamentale invecchiare bene e il più in là possibile nel tempo. Di contro, invecchiare precocemente, non comprende solo un processo genetico; il fenomeno è spesso correlato a un deludente aspetto psicologico e al pesante senso di frustrazione e inutilità che si vive. La domanda che ci si pone allora è: “possiamo proteggere e preservare le risorse psicofisiche, agendo su più fronti? In che modo?”.



Partiamo dal delineare dodici cattivi comportamenti che ci farebbero apparire vecchi, ancor prima che le lancette del nostro orologio biologico segnino il passaggio a questa fase della nostra vita.

Cattive abitudini che ci fanno sembrare più vecchi

1) Essere pessimisti

Essere pessimisti non aiuta. Le avversità fanno parte della vita, anticiparle in modo drastico nell’immaginario individuale non ci permette di affrontarle razionalmente e con una buona dose di obiettività. Guardare al futuro con previsioni catastrofistiche, inibisce la nostra reattività e la nostra propositività. Equivale ad azzerare il tempo che ci rimane, accelerando il processo di invecchiamento. Quel pessimismo per cui non ci si interroga più fa perdere la speranza e la fiducia in noi stessi. Errori non riparati, di cui abbiamo subito le conseguenze, possono portare ad amplificare le risultanze di questi eventi a tutto quello che accadrà in futuro. Non dimentichiamoci che nel fallimento c’è l’analisi dell’esperienza negativa e la rielaborazione delle cose buone, a garanzia di un esito migliore per la volta successiva.

2) Rifiutare le novità

Tutti i cambiamenti vanno incontro a una o più variabili, alcune delle quali non dipendono da noi. Questo tuttavia è un aspetto che non dovrebbe mai scoraggiarci. Rifiutare le novità che ci fanno paura e che ci richiedono uno sforzo per accettarle, impedisce la nostra crescita personale e ci ingabbia in situazioni poco soddisfacenti. Fatichiamo spesso a uscire dalla nostra zona di comfort, quello spazio definito o quello stato mentale in cui ci sentiamo apparentemente a nostro agio e protetti. Questa sensazione è dovuta al fatto che viviamo una dimensione che conosciamo e da cui sappiamo cosa aspettarci, anche se a volte non è propriamente garanzia di benessere. Alla luce di ciò, impariamo a guardare alle novità con entusiasmo e cerchiamo di esser grati ai mezzi e agli strumenti che ce le hanno rese a portata di mano.

3) Pensare che le vecchie generazioni fossero migliori di quelle di oggi

Pensare alle vecchie generazioni come migliori della nostra potrebbe dimostrarsi un valido aiuto per trarre consiglio da esperienze di vita passata, ma molto spesso ci spinge a paragoni decontestualizzati e a farci perdere di vista quegli aspetti di modernità e di conquiste sociali faticosamente ottenuti. Non considerare il meglio che deriva da ogni cambiamento sociale equivale a restare immobili.

4) Rinunciare a lottare per affermare i propri valori

I valori conquistati nei secoli sono il più grande retaggio culturale e sociale di cui possiamo disporre. Rinunciare a lottare per i valori universali o per la nostra identità di popolo significa rinnegare le nostre radici e con esse dolorose pagine di storia. Dal Dopoguerra a oggi, abbiamo assistito al continuo sgretolamento delle nobili virtù’ per la bramosia di potere e di ricchezza ma se vogliamo che alle nostre generazioni future vengano tramandati quei valori di libertà spirituale, culturale e sociale, dobbiamo recuperare un briciolo di memoria storica e ciascuno deve metterci del suo.

5) Ingigantire i problemi

Ingigantire i problemi sotto la lente di ingrandimento ce li farà considerare al di fuori delle nostre capacità di azione. Attraverso una visione amplificata e distorta del problema, continueremo a rimarcare le nostre difficoltà, intervenendo con soluzioni inadatte, errate o esasperate.

6) Rinunciare a frequentare tanti amici

Rinunciare agli amici e chiudersi in solitudine ci rende inconsapevoli del fatto che i contatti umani ci aiutano a vivere più a lungo e in salute. Durante la pandemia da Covid-19 il problema della solitudine si è di fatto acutizzato, soprattutto tra i giovani dai 18 e 34 anni. Secondo un sondaggio de Il Sole 24 Ore, i giovani risultano i più penalizzati da misure preventive come lockdown e coprifuoco, perché destabilizzano il loro sviluppo emotivo e aumentano la loro sfiducia nelle Istituzioni, portandoli all’isolamento e alla depressione. Senza confronto, non abbiamo stimoli per portare avanti scelte intelligenti e per una vita più attiva. Privati di qualsiasi forma di socializzazione, il nostro sistema immunitario viene sottoposto a stress e ad alti livelli di cortisolo che lo rendono pericolosamente vulnerabile.

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7) Prendere ogni cosa troppo seriamente

Prendere ogni cosa sul serio equivale ad affrontarla con un innaturale spirito critico: non ci concediamo errori e continuiamo ad accusarci ingiustamente. Tutte le volte in cui mettiamo da parte leggerezza e naturalezza, ogni aspetto della nostra vita diviene inevitabilmente più rigido. Così facendo ogni traguardo, ogni successo, ogni conquista ci risultano irraggiungibili e immeritati.

8) Perdere l’abitudine di ridere

Perdere l’abitudine alle risate e ai momenti di sana spensieratezza aumenta il malessere psicologico. Tralasciare la voglia di ridere, ci rende oltremodo afflitti. I primi segnali del nostro malessere psicologico appaiono sul viso, con le prime rughe a marionetta, le rughe della malinconia.

donna che sorride

Sappiamo che la risata produce sostanze capaci di influire positivamente sul nostro umore. Secondo alcuni studi, tali sostanze possono addirittura avere effetti benefici sullo stato di salute delle nostre arterie. La risata equivale alla musica e la musica è uno spartito di vita.

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9) Smettere di essere curiosi

Cessare di essere curiosi implica smettere di fare domande e di conseguenza, l’impossibilità di ottenere risposte. L’etimologia della parola ha a che fare con il termine latino “cura”. Infondo, se non ci prendiamo cura della nostra conoscenza, non potremo mai guardare al futuro con un atteggiamento mentale attivo e saremo del tutto impreparati alle sfide che ci attendono nella vita.

10) Lamentarsi sempre

Lamentarsi del dovuto causa inattività e lo stato di inattività ci impedisce di allargare i nostri orizzonti. Lamentarsi significa assumere il ruolo della vittima e scaricarsi di dosso la responsabilità di un comportamento, attribuendolo a fatti estranei alla nostra volontà. Il continuo esprimere insoddisfazione richiede un vero e proprio dispendio di energie preziose che potrebbero diversamente essere canalizzate in atteggiamenti decisamente più’ costruttivi, con beneficio per il nostro benessere nel suo complesso.

11) Pensare che la pratica dello sport sia riservata ai giovani

Sostenere che lo sport sia riservato solo ai giovani significa sottovalutare che ogni tipo di attività fisica risulti essenziale ai fini di un sano e corretto processo di invecchiamento. Ancor più che da giovani, in vecchiaia è utile mantenersi il più possibile attivi dal punto di vista fisico oltre che mentale, per combattere la sedentarietà, quest’ultima, un nemico al pari di tanti malanni. L’esercizio fisico, comporta benefici a molti dei nostri organi e aiuta a preservare le diverse funzioni fisiologiche dal naturale decadimento progressivo.

Numerosi sono i fattori positivi che coinvolgono tutto il corpo e il metabolismo. La nota locuzione latina “mens sana in corpore sano, spesso utilizzata proprio per sottolineare l’importanza dell’attività fisica per la nostra salute, ci dovrebbe condurre alla ricerca del nostro sport ideale e di un allenamento più’ intimo che riguarda anche il nostro spirito.

12) Perdere il desiderio di viaggiare

Perdere il desiderio di viaggiare equivale a perdere il proprio benessere psicofisico. Numerose ricerche scientifiche hanno ad esempio dimostrato gli effetti positivi sulla nostra psiche, derivanti dal contatto con la natura. Il viaggio ci svincola dagli impegni del quotidiano e dal logorio della vita moderna. Di recente, alcuni scienziati hanno dimostrato che il nostro cervello è un organo portato al cambiamento, in grado di adattarsi alle situazioni più complicate. L’esperienza del viaggio è sicuramente uno strumento di allenamento per il nostro cervello che ci porta ad adattarci al cambiamento dell’ambiente, ad approcciarci con una lingua diversa oltre che con nuovi costumi.

E quando il viaggio diventa impossibile, non demoralizziamoci. Impariamo ad accendere il motore della fantasia e lasciamoci trasportare. Qualunque sia la nostra età e condizione, in definitiva: “un uomo non è vecchio finché è alla ricerca di qualcosa” (Jean Rostand, biologo, filosofo e aforista francese).

Pubblicato da Evelyn Baleani il 28 Luglio 2021