La micromobilità in Italia: situazione attuale e prospettive

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Micromobilità: di cosa si tratta

Il termine micromobilità è sempre più frequente nelle nostre conversazioni: i nostri usi linguistici, infatti, riflettono le esperienze concrete che viviamo nella realtà di ogni giorno ed è proprio qui che fenomeni di mobilità alternativa come monopattini, segway o skateboard elettrici stanno riuscendo ad affermarsi.

La micromobilità, del resto, altro non è che l’uso di “acceleratori di andatura” da utilizzare per brevi tragitti perlopiù urbani destinati di una o più persone.

Fondamentalmente, tutti questi mezzi hanno in comune alcune caratteristiche precise:

  • Permettono rapidi spostamenti (casa-scuola o casa-lavoro)
  • Offrono la possibilità di evitare il traffico o la ressa dei mezzi pubblici
  • Rappresentano un’alternativa economica se comparati all’utilizzo dell’automobile e simili
  • Non richiedono alcun attestato/patente per essere guidati

Insomma, monopattini elettrici, segway, monowheel, skateboard e bici elettriche sono sempre più frequenti nelle grandi città italiane proprio perché rappresentano una valida alternativa a chi vuole puntare su un tipo di viabilità meno impattante sull’ambiente e, probabilmente, più divertente del restare imbottigliati nel traffico cittadino.



I numeri della micromobilità e la sua diffusione

Il 2018 e il 2019 sono stati anni cruciali affinché il fenomeno della micromobilità si diffondesse e consolidasse anche in Italia.

Come tutte le innovazioni, i promotori di queste nuove modalità di spostamento sono state le fasce più giovani della popolazione, forse motivate proprio dall’aspetto ludico che questi mezzi portano con sé.

In più, una grande spinta alla diffusione di mezzi di micromobilità è sicuramente da attribuire ai servizi di sharing diffusi ormai ovunque.

Che si tratti di biciclette con pedalata assistita o monopattini, infatti, in tutte le principali città europee è possibile usufruire di questi servizi semplicemente installando un’app sul proprio telefono e scannerizzando un QR Code.

Sicuramente tra i principali provider di questi servizi vanno menzionati:

  • Jump by Uber (sharing di biciclette elettriche)
  • Mobike (sharing di biciclette)
  • Helbiz e Lime (sharing di monopattini)

Tra i produttori, invece, i primi a muoversi in questa direzione sono stati SEAT con il suo monopattino elettrico lanciato in Spagna, collaborando direttamente con Segway, e Volkswagen che è riuscita a realizzare un monopattino pieghevole pronto da lanciare in vari mercati.

Il boom dei monopattini elettrici

È proprio il monopattino elettrico il protagonista indiscusso di questa nuova rivoluzione della mobilità.

Gli e-scooter rappresentano la nuova frontiera dell’emissioni a impatto zero e, grazie alla loro incredibile semplicità d’uso, si sono affermati come mezzo green per eccellenza per gli spostamenti a corto raggio.

Veloci (riescono a raggiungere i 20 km/h) e pratici, i monopattini elettrici si sono diffusi in tutto il mondo occidentale (partendo dagli Stati Uniti), ma, ciononostante, il loro uso e regolamentazione varia da stato a stato.

La situazione in Italia

Se la panoramica generale della situazione degli e-scooter in Europa è variegata, cosa possiamo dire di quella italiana?

Nel nostro paese si contano più di 100.000 monopattini circolanti: facili da trasportare sia in metro sia a piedi, anche in Italia gli e-scooter hanno richiesto una regolamentazione precisa che ne consentisse la circolazione in città.

Con la legge 160 del 27 dicembre 2019, il Ministero dei Trasporti ha perfezionato la precedente disposizione di giungo che aveva dato il via a una fase di sperimentazione e studio della micromobilità italiana, specificando sia le caratteristiche che i mezzi devono avere per poter viaggiare sia quelle che le aree e le strade percorribili devono avere per essere oggetto della sperimentazione.

Tendenzialmente, questi sono i requisiti:

  • I mezzi elettrici non possono superare i 30 km/h
  • Potranno circolare solo in zone urbane, pedonali, piste ciclabili o in corsie a essi riservate

Per ora, i comuni che hanno mostrato un certo interesse per la sperimentazione della mobilità elettrica sono pochi, ma probabilmente le cose sono destinate a evolversi velocemente.

In che direzione va il mondo? Le avanguardie della micromobilità

Il fenomeno della micromobilità sembra essere una parte sempre più importante della nostra esperienza urbana.

Molti vedono in questo settore emergente una vera e propria rivoluzione del modo in cui vengono intesi i trasporti all’interno delle città, preparandoci a un futuro più sostenibile, più green e accessibile a tutti.

In che modo, però, questo genere di mobilità potrà evolversi?

Sicuramente, oltre a un incredibile e rapido sviluppo delle tecnologie che permettono l’effettivo funzionamento di questi mezzi, la sfida che si dovrà affrontare riguarderà l’uso che se ne farà nel mondo dei trasporti commerciali.

La micromobilità potrà essere usata per servizi di delivery e consegne?

E, soprattutto, potrà essere resa totalmente autonoma introducendo, per esempio, droni o mezzi di trasporto su terra controllati da remoto?

La risposta, per ora, sembra essere sì: sono tanti i colossi dell’economia mondiale che stanno investendo in tal senso e i risultati non tarderanno ad arrivare.

Del resto, i vantaggi legati a questo nuovo sistema di mobilità sono tanti e tutti rientrano in quell’ottica di sostenibilità ambientale e sociale verso cui è diventato sempre più necessario muoversi.

Pubblicato da Matteo Di Felice, Imprenditore e Managing Director di IdeeGreen.it, Istruttore di corsa RunTrainer e Mental Coach CSEN certificato, Istruttore Divulgativo Federazione Scacchi Italiana e appassionato di Sostenibilità, il 14 Febbraio 2020