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Come cambierà il clima in Italia


Come cambierà il clima in Italia Se nei prossimi anni nulla cambierà nell’attività umana e negli effetti che quest’ultima determina a livello planetario, si stima che si assisterà a un aumento medio della temperatura globale compreso tra 1,4 e i 5,8 °C entro il 2100.

Cambiamenti di questa portata possono causare ripercussioni enormi sugli ecosistemi naturali, anche in considerazione del fatto che l’aumento della temperatura può scatenare a sua volta una cascata di effetti secondari, a partire dallo scioglimento dei ghiacciai fino alla crescente manifestazione di eventi meteorologici estremi.

In questo contesto preoccupante rientra per ovvie ragioni anche il nostro paese. Come cambierà il clima in Italia nel futuro, se non si attueranno misure efficaci per contrastare il surriscaldamento globale?

Clima in Italia: cosa accadrà in futuro

Una fotografia del clima atteso nel nostro paese dal 2021 a fine secolo è stata realizzata dalla Fondazione CMCC, il Centro Euro-mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, una struttura di ricerca scientifica che opera nel campo della scienza del clima e si prefigge di approfondire le conoscenze sulla variabilità climatica, le sue cause e le sue conseguenze, attraverso lo sviluppo di simulazioni con modelli globali e con modelli regionali, ponendo particolare attenzione all’area del Mediterraneo. Il CMCC ha elaborato diverse mappe interattive per rispondere a una serie di domande pratiche, come ad esempio Di quanto aumenterà la temperatura?”, “Quali saranno gli effetti sui mari?”, “Come cambieranno le piogge?”.

I modelli climatici ipotizzano un aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050. Nello scenario peggiore si valuta un incremento che potrà spingersi fino a raggiungere i 5°C. Tale crescita comporterà svariate conseguenze nel nostro paese. Con ogni probabilità, si assisterà a una diminuzione delle precipitazioni estive nelle regioni del Sud e dell’Italia centrale, con un simultaneo aumento di eventi atmosferici di grande intensità.

Conseguenze dei cambiamenti climatici nei mari italiani

Dalle simulazioni emerge una crescita del numero di giorni caldi. Si prevede inoltre un aumento delle giornate con temperatura minima superiore ai 20 °C.

Nel contempo si produrranno svariate conseguenze sull’ambiente marino e costiero. In questi habitat i cambiamenti climatici si stanno traducendo in una crescita delle temperature superficiali e del livello del mare, accompagnata da un progressivo aumento dell’acidificazione delle acque nonché dell’erosione costiera.

Secondo il recente rapporto State of the Environment and Development in the Mediterranean dell’UNEP, oggi la temperatura atmosferica sul bacino del Mediterraneo è di circa 1,54 °C sopra i livelli preindustriali e potrebbe raggiungere i 2,2 °C quando la media globale arriverà a +1,5 °C. Tra le sue conseguenze peggiori, si ipotizza che l’incremento delle temperature potrebbe provocare un aumento del livello del mare di 3 cm al decennio, determinando una crescita esponenziale delle inondazioni.

Clima in Italia: le aree più a rischio

In quali contesti gli effetti dei cambiamenti climatici si faranno sentire in modo più impattante? Tra le aree in cui i mutamenti faranno avvertire un peso maggiore rientrano gli ambienti urbani. Qui, complici il consumo del consumo di suolo e la carenza di vegetazione, le ondate di calore e i fenomeni di precipitazione intensa toccheranno con ogni probabilità l’apice del loro manifestarsi.

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Effetti dei cambiamenti climatici sulla salute

Il contesto climatico è destinato a produrre anche degli inevitabili impatti sulla salute dei cittadini. Sono svariati gli studi epidemiologici che hanno evidenziato l’effetto acuto delle temperature estreme nelle aree urbane. Da una indagine condotta dal Dipartimento di Epidemiologia del Sistema Sanitario della Regione Lazio in collaborazione con Legambiente è emerso che tra il 2005 e il 2016 in 23 città italiane le ondate di calore hanno causato 23.880 morti.

Come spiegato dall’associazione ambientalista “le ondate di calore possono avere effetti nocivi per la salute, soprattutto per gli anziani e gli ammalati, quando le temperature diurne superano i 35 gradi e quelle notturne non scendono sotto i 25”. Nelle zone urbane, per di più, il caldo aumenta per l’effetto di asfalto, auto e sistemi di condizionamento e può arrivare a incrementare la temperatura anche di 4-5 gradi, con effetti devastanti.

Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia

Altro fenomeno preoccupante correlato ai cambiamenti climatici è l’aumento degli incendi boschivi. Nelle pagine del rapporto Un Paese che brucia. Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia, realizzato da Greenpeace in collaborazione con la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF, la crescita degli incendi boschivi che hanno interessato il nostro paese a partire dal 2000 è associata, tra le diverse cause, anche ai mutamenti del clima.

I cambiamenti climatici contribuiscono infatti ad aggravare il fenomeno degli incendi. La situazione dei roghi è destinata tra l’altro a peggiorare, con i cambiamenti climatici che causeranno sempre più spesso condizioni meteorologiche estreme, predisponendo la vegetazione a bruciare.

Aumento del rischio idrogeologico

Al già delicato quadro si aggiunge un’ulteriore problematica decisamente complessa per il nostro paese. È previsto l’aggravarsi del rischio idrogeologico, sia nelle aree alpine e appenniniche, le più interessate da fenomeni di dissesto legati allo scioglimento di neve e ghiacci, oltre che nelle zone a forte pericolo di frane e nei piccoli bacini.

A tale proposito ricordiamo che, in base agli ultimi dati disponibili, è a rischio di dissesto idrogeologico ben il 91% dei Comuni italiani, dove risiedono oltre 3 milioni di nuclei familiari.

Misure preventive per evitare la catastrofe climatica

Presi nel loro complesso, i dati evidenziano come i cambiamenti climatici siano una delle sfide cruciali che il nostro paese si trova ad affrontare, come del resto accade nel resto del mondo. Per poter scongiurare la catastrofe climatica anche per l’Italia urge le necessità di adottare nell’immediato azioni incisive e mirate, finalizzate a ridurre le emissioni di gas serra.

È opportuno inoltre puntualizzare che i cambiamenti climatici producono una inevitabile serie di danni economici. Si stima che un aumento delle temperature inferiore ai 2 °C costerà circa lo 0,5% del PIL nazionale. Per una crescita media di temperatura di 4 °C le perdite di PIL pro capite potrebbero invece spingersi al 7-8% entro il 2100. A farne le spese saranno come sempre le fasce più povere della popolazione, con un ulteriore aggravarsi delle disuguaglianze.

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Pubblicato da
Evelyn Baleani