Permacultura in America Latina

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Permacultura in America Latina. La permacultura si sta dimostrando una strategia efficace per fronteggiare le problematiche legate ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile. La permacultura si sta rivelando un’ottima alleata nella lotta alla povertà offrendo metodi di sviluppo sostenibile a basso costo. 

Con la permacultura si può finalmente parlare di “sicurezza alimentare” anche in quelle località fragili e soggette a malnutrizione, allagamenti, contaminazione idriche… 

In America Latina, l’Istituto di Permacultura di El Salvador (IPES), ha avviato un progetto no-profit basato sulla manodopera degli agricoltori salvadoregni. L’IPES, lavorando in partnership con la britannica Permaculture Association, è riuscito a realizzare un fondo agricolo a sostegno di nove comunità; l’IPES, sfruttando i principi della permacultura è stato in grado di affrontare i problemi legati alle basse rese delle colture, all’infertilità dei terreni e alla contaminazione dell’acqua sviluppando sistemi di depurazione ecologici. Il progetto è nato nell’aprile del 2005  e ha visto il coinvolgimento di:
-297 agricoltori
-222 famiglie
-nove comunità e quattro comuni

1.151 persone hanno beneficiato del progetto potendo contare su cibo fresco autoprodotto e acqua potabile. Tutte le informazioni sul progetto possono essere reperite sul portale ufficiale dell’IPES. Questo di El Salvador è solo un esempio di quanto bene possano fare i progetti basati su un’agricoltura sostenibile e consapevole come la permacultura.

Restando in America Latina, a Cuba, dopo il crollo dell’unione sovietica, si è potuto assistere a un rilancio dell’agricoltura puntando su un sistema capillare di policoltura in grado di garantire l’autosufficenza della popolazione. In questo contesto, la permacultura ha svolto un ruolo fondamentale partecipando, tra l’altro, alla depurazione del fiume Almendares. Per comprendere quanto sia radicata la cultura della permacultura in America Latina basta osservare l’Avana che autonomamente produce fino al 50% del suo fabbisogno alimentare entro i confini della città, non parliamo di agricoltura intensiva, i prodotti agricoli destinati all’autoconsumo in Avana sono in gran parte biologici o addirittura coltivati dai cittadini nelle loro case, giardini e negli spazi comunali.

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In Nicaragua, un progetto di permacultura è attivo da circa un decennio. Si tratta del progetto Bona Fide che comprende 43 ettari dell’isola di Ometepe Nicaragua; qui le infrastrutture sono state realizzate con materiali naturali di provenienza locale dando vita a una piccola comunità completamente autosufficiente. Nei 43 ettari di superficie si annoverano giardini e terrazze con piante medicinali, un ampio vivaio, frutteti, boschi di noci alimentari, un’area dedicata alla silvicoltura, coltivazione di bambù per l’autoproduzione di legname, sistemi di raccolta di acqua piovana, sistemi di irrigazione a goccia, sistemi di compostaggio, produzione di energia pulita e non manca una banca di semi.

Sempre in Nicaragua sorge l’Ostional Private Wildlife Reserve, una riserva privata di 46 acri basata sul sistema di permacultura. In Brasile sono attivi diversi istituti dedicati alla permacultura come l’IPOEMA (l’Istituto di permacultura, ecovillaggi e ambiente) e l’IPEC, presso Pirenopolis, fondato nel lontano 1998.

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Pubblicato da Anna De Simone il 30 Settembre 2014