Letargo delle tartarughe: come affrontarlo

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Letargo delle tartarughe, e non sono le sole. Arriva l’inverno e tutti un po’ come tartarughe, vorremmo mettere la testa nella giacca e tenere il collo al caldo. Il letargo delle tartarughe, però, quello vero, è tutta un’altra cosa e andiamo a scoprirlo.

Come altri animali che vanno in letargo, anche per le tartarughe è un periodo delicatissimo e noi dobbiamo essere pronti ad affrontarlo con loro, perché sopravvivano e sopravvivano bene, tornando in forma a primavera.

Il letargo delle tartarughe le fa cadere in un lungo periodo di sonnolenza e inappetenza spesso caratterizzato anche da un calo dell’attività metabolica che arriva a mala pena a lasciarle sopravvivere alle condizioni ambientali rigide e ai giorni corti e bui della stagione.

Durante il letargo delle tartarughe c’è uno stop alla digestione, si riduce il flusso sanguigno e il sistema immunitario diventa meno efficace o addirittura inesistente. Ecco perché questo letargo delle tartarughe è delicato, si consiglia di non lasciarle andare se ferite o malate, ad esempio, e neanche se notevolmente sottopeso. Al contempo anche lo stomaco pieno non è consigliato per il letargo delle tartarughe.

Quello degli animaletti in cattività non è il vero letargo delle tartarughe, semplicemente è un periodo in cui cadono in uno stato di sonnolenza ed inappetenza a seguito delle variazioni di umidità e temperatura che precedono l’inverno.

Tornando al vero letargo delle tartarughe, esso non ne richiede per forza l‘ibernazione, non ad esempio se la temperatura non scende sotto i 10°C o nel caso di esemplari giovani. E’ vero anche che se le si vuole far riprodurre, il letargo delle tartarughe è consigliato, perché ha l’effetto di riequilibrare il ciclo riproduttivo di tutti i rettili agevolando la “maternità”.

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Letargo delle tartarughe appena nate

A proposito di maternità, non va bene il letargo delle tartarughe appena nate, è necessario attendere il raggiungimento del terzo-quarto anno d’età. Come fare a impedire che ci vadano? Possiamo mantenere innanzitutto la stessa temperatura estiva, sopra i 10 gradi.

Certo saranno comunque un po’ rallentate e apatiche, normale, ma abbiamo evitato il letargo delle tartarughe appena nate. Se smettono di mangiare, dobbiamo alimentarle a forza: sono piccole e non possono stare a digiuno, è un rischio.

Letargo delle tartarughe: quanto dura

Il letargo delle tartarughe può durare da tre a otto mesi, anche se abitualmente dura cinque-sei mesi. Prima di valutare durata e fase del letargo delle tartarughe è bene però specificare che non per tutte c’è il letargo delle tartarughe e non per tutte è uguale: dipende dalla specie e dal clima.

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Le testuggini terrestri vogliono un rifugio poco umido e al riparo da pioggia, le tartarughe semi-acquatiche tollerano l’umidità ma non il freddo, quelle acquatiche preferiscono un ampio stagno invece le esotiche, in genere, non vanno in letargo.

Letargo delle tartarughe: le tappe

Si comincia a pensare al letargo delle tartarughe verso marzo-aprile, monitorandone l’aumento progressivo di peso ogni 15 giorni, fino a giugno, per capire se sono in buona salute. Verso luglio si può iniziare una preparazione del letargo delle tartarughe con il ciclo di sverminazione contro i nematodi (ascaridi, ossiuri, ecc…che rappresentano l’80% dei parassiti intestinali che possono colpire le tartarughe).

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Ovviamente tutto questo, dall’inizio della preparazione del letargo delle tartarughe, va fatto tenendo i contatti con il veterinario. Ingrassate ancora un po’ ad agosto e a settembre, poi arriva il momento del letargo delle tartarughe con lo svuotamento dell’intestino e l’aumento del numero delle ore passate al sole.

Tra ottobre e novembre arriva l’ora di interrarsi e stop al cibo, non previsto durante il letargo delle tartarughe. Nei mesi più fretti le tartarughe si “ficcano” sotto strati e strati di foglie e terra, o nel rifugio imbottito che abbiamo preparato per loro, e fino a febbraio il letargo delle tartarughe non ci tiene occupati, Né noi, né loro.

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A metà marzo si può cominciare a vedere se c’è cenno di un termine per il letargo delle tartarughe cominciando a osservare e togliere gli strati di foglie. Al di là del mese quando anche di notte le minime sono un paio di gradi sopra i 10° C si può riaccendere la lampada a infrarossi creando una stabilità climatica molto utile nella fase del risveglio dal letargo delle tartarughe.

Letargo delle tartarughe: il risveglio

Quando il risveglio dal letargo delle tartarughe è anticipato non è un buon segno: qualcosa le sta disturbando o non stanno bene di salute. Oppure manca la giusta riserva di grasso per arrivare fino alla fine del letargo. Ad ogni modo bisogna interrompere immediatamente l’ibernazione.

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Quando si da lo stop al letargo delle tartarughe e le si fa mangiare, poi non si può tornare indietro. Il momento più adatto è marzo, a fine aprile o addirittura maggio è troppo tardi.

L’uscita dal letargo delle tartarughe si può “festeggiare” con un bagnetto in acqua tiepida per reidratarle liberandole dalle tossine accumulatesi nei reni. Dopo alcuni giorni dal termine del letargo delle tartarughe dovremmo vederle iniziare a mangiare. Se il nostro animaletto è ancora freddo non teniamolo a digiuno: va scaldato con un riscaldatore o con una lampada a luce calda luce solare diretta. E alimentata: deve riprendersi, è primavera.

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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Ottobre 2015